
La rinascita di un’antica cascina
Tra le distese verdi della Bassa Bresciana, la seicentesca Cascina Bassa accanto al Castello di Padernello si trasforma in un luogo dove si fondono manualità, creatività e visione. Dal 29 novembre al 6 dicembre le sue stanze accolgono “Morbide trame”, il primo passo di un atelier permanente che rende omaggio alla tradizione del telaio grazie alla generosità di Marialisa Leone, artista che ha affidato al territorio i suoi strumenti e la sua esperienza.
Morbide trame, un percorso di scoperta
le giornate di laboratorio sono scandite da due momenti distinti. Durante la mattina, dalle 9 alle 12, chi varca la soglia conosce la tecnica del Kilim utilizzando telai a cornice o da tavolo, dando forma a piccoli arazzi e sperimentando gli intrecci di base. Nel pomeriggio, tra le 14 e le 17, lo sguardo si fa più ambizioso: il telaio a pettine liccio accompagna i partecipanti nella preparazione dell’ordito e nella tessitura di trame più elaborate. Tre giornate dove la pazienza prende il colore scelto dalla mano e il filo diventa strumento di equilibrio interiore.
Un dono che crea legami
L’iniziativa nasce all’interno di Generare comunità, progetto sostenuto da Fondazione cariplo che ha restituito funzione e bellezza alla Cascina Bassa. Qui sono state allestite le Botteghe artigiane, ambienti dove maestri e allievi condividono conoscenze attraverso il “learning by doing”. Marialisa leone ha affidato alla Fondazione Castello di Padernello una ricca raccolta di telai da tavolo, telai a cornice, un grande telaio a due licci, un modello tedesco a quattro licci, filati di lana, cotone e lino, oltre a libri e materiali specialistici: un patrimonio che rimane a disposizione della comunità.
Il filo conduttore del borgo
L’intreccio è da tempo simbolo identitario di Padernello. Prima è arrivata l’opera ambientale di Giuliano Mauri, il Ponte San Vigilio in legno di castagno intrecciato; adesso il telaio prosegue quel dialogo tra natura, arte e socialità. “Desideriamo che Padernello diventi punto di riferimento per chi cerca la bellezza del fare con le mani”,confida Domenico Pedroni,presidente della fondazione che gestisce il castello. “L’atelier non si limita a tramandare una tecnica: qui si tessono relazioni, si condivide esperienza, si costruisce futuro a partire dalla memoria”.
Tra mura, fossati e leggende
Chi non imbraccia il telaio scopre comunque un maniero quattrocentesco circondato dal fossato, custode di racconti di dame, sentieri, ponti di legno e segreti che affiorano tra pietre e acqua. Arte, storia e natura si intrecciano nel quotidiano di un luogo che oggi diventa anche laboratorio di comunità e di bellezza condivisa.












