
Una galleria di immagini che attraversa trent’anni di storia
Dal 25 ottobre all’8 febbraio, gli antichi Chiostri di San Pietro a Reggio Emilia accolgono centoventi fotografie firmate da Margaret Bourke-White. La rassegna, curata da Monica Poggi in sinergia con Camera-Centro italiano per la fotografia, si intitola “L’opera 1930-1960” e mette in luce la capacità dell’artista di narrare le trasformazioni sociali e politiche del XX secolo attraverso l’obiettivo.
Sei tappe per un percorso tra coraggio e creatività
Il materiale esposto viene suddiviso in sei aree tematiche, progettate per condurre il visitatore dalle prime esperienze industriali ai drammi della guerra, fino ai celebri ritratti di personalità come Iosif stalin e Mahatma Gandhi. Le immagini vengono selezionate per mostrare non solo la ricerca stilistica, ma anche la determinazione di una donna che, negli anni Trenta, conquista spazi professionali quasi esclusivamente maschili.
La copertina che cambiò la fotografia di reportage
Sul primo numero della rivista Life campeggia un’immagine della diga di Fort Peck in Montana,imponente progetto del New Deal.Con questo servizio Bourke-White fissa su carta sia la grandiosità dell’opera ingegneristica sia la quotidianità degli operai che popolano i villaggi sorti intorno al cantiere, dimostrando come il reportage possa unire estetica e testimonianza sociale.
Dall’industria statunitense ai fronti della Seconda guerra mondiale
Le fotografie industriali, realizzate all’interno di acciaierie e stabilimenti statunitensi, dialogano con i reportage bellici scattati in Unione sovietica, Nord Africa, Italia e Germania. Tra gli scatti più celebri emergono quelli dell’ingresso delle truppe statunitensi a Berlino e delle baracche dei campi di concentramento,testimonianze in bianco e nero che fissano l’orrore e la speranza.
Un addio forzato alla macchina fotografica
Nel 1957, il morbo di Parkinson costringe l’artista a interrompere la carriera.In quegli anni Bourke-White riversa la propria energia nell’autobiografia “Portrait of Myself”, pubblicata nel 1963. Muore nel 1971 per le complicazioni legate alla malattia,lasciando un archivio che continua a influenzare generazioni di fotografi.
Promotori e spirito dell’evento
La mostra viene promossa dalla Fondazione palazzo Magnani insieme al Comune di Reggio Emilia.L’allestimento desidera far emergere la ”fotografa-persona”,come lei stessa amava definirsi: ”Voglio cercare qualcosa che nessuno immaginerebbe,qualcosa che solo un essere umano un po’ speciale può trovare”.











