
Prova cameristica e livello altissimo
«Il livello di quest’anno è davvero molto alto e l’inserimento di una prova di musica da camera si è rivelato decisivo» afferma Uto Ughi,che in questi giorni presiede la giuria del Premio Paganini a Genova. Secondo il grande violinista, la pratica cameristica costringe i partecipanti a mostrare non soltanto padronanza tecnica ma anche autentica musicalità, diventando così un banco di prova irrinunciabile.
Il ricordo del 1977 e la diffidenza verso le gare
La memoria di Ughi corre immediatamente alla sua prima esperienza in giuria, nel 1977, quando trionfò Ilja Grubert e accanto a lui sedevano Leonid Kogan e Sandor Vegh. Pur confessando di essere stato a lungo contrario ai concorsi, il maestro riconosce che le competizioni rappresentano uno stimolo potente per lo studio e la crescita artistica.
Dominio asiatico e crisi europea
Alla vigilia della finale, in cui rimangono in lizza tre musicisti tutti provenienti dall’Asia, il celebre violinista constata l’assenza di candidati europei. Lo stesso fenomeno, ricorda, si è manifestato anche allo “Chopin” di Varsavia. Per Ughi, ciò riflette una difficoltà profonda del sistema educativo musicale in Italia e, più in generale, in tutta l’Europa.
La fondazione e i progetti per rinvigorire l’educazione musicale
Per invertire la tendenza, è nata una fondazione che punta a rinnovare la diffusione della cultura musicale. Un protocollo d’intesa con il ministro Giuseppe Valditara prova a colmare lacune come la mancanza di storia della musica nei programmi scolastici. Tra le iniziative spiccano l’idea di un’orchestra nazionale dei licei musicali, pensata per offrire un riconoscimento concreto a chi dedica il proprio percorso di studi alla musica, e una masterclass riservata ai finalisti del Paganini, prevista a Milano in dicembre, negli spazi della pinacoteca di Brera, grazie al sostegno della Fondazione venesio.Il legame con Genova e l’emozione del “Cannone”
I rapporti del violinista con Genova sono solidi e risalgono a molteplici esibizioni con la Gog. Nel ricordare il collezionista Enrico Costa, definito un amico dal gusto finissimo, Ughi rievoca le peregrinazioni tra Italia e Francia alla ricerca di strumenti pregiati. Tra le immagini più vive spicca quella del primo incontro con il leggendario violino “Cannone” di Niccolò Paganini,un’esperienza che il maestro descrive come “magica” e indimenticabile.











