
Un arcipelago dove la natura detta le regole
Chi atterra sulle Azzorre avverte subito che il tempo qui scorre in modo differente.A circa 1 500 chilometri da lisbona,le nove isole vulcaniche conservano un’anima primordiale che resiste al turismo mordi-e-fuggi.Crateri colmi di laghi colour smeraldo, scogliere nere che si gettano nell’oceano, pascoli disseminati di ortensie formano un mosaico fragile, protetto da politiche ambientali orientate alla qualità dell’accoglienza.
Un clima temperato che invita a viaggiare tutto l’anno
Grazie alla corrente del Golfo, la temperatura si mantiene mite in ogni stagione, oscillando mediamente tra 14 °C in inverno e 24 °C in estate. In primavera e in autunno l’arcipelago esplode di colori, mentre nei mesi più caldi il mare diventa un palcoscenico privilegiato per l’avvistamento di balene e delfini: qui transita oltre un terzo delle specie cetacee conosciute.
Itinerario lento di dieci giorni tra vulcani, tè e vigneti
La scoperta comincia da Terceira, dove Angra do heroísmo rivela un centro storico barocco inserito tra i siti Patrimonio dell’Umanità.Il cono spento del Monte Brasil sorveglia la baia, mentre nel sottosuolo l’imboccatura dell’Algar do Carvão conduce a caverne tappezzate di stalattiti. Più a nord-ovest, le piscine naturali di Biscoitos invitano a immersioni in acque limpidissime protette dalla lava solidificata.
Si prosegue verso São Miguel, la maggiore per estensione e varietà. il doppio bacino di Sete Cidades abbraccia sfumature di verde e di blu che cambiano con la luce del sole. Nella valle di Furnas il suolo ribolle tra fumarole sulfuree, e i calderoni naturali cuociono lentamente il tradizionale cozido. Le uniche piantagioni di tè d’Europa continentale prosperano sui pendii esposti all’umidità oceanica, mentre gli ananas maturano in serre di vetro che punteggiano la campagna.
Verso la vetta più alta del Portogallo
L’isola di Pico è dominata dall’omonimo vulcano che svetta per 2 351 metri, emergendo spesso oltre le nuvole. I vigneti secolari, disposti in minuscoli appezzamenti racchiusi da muretti di basalto, testimoniano l’ingegno con cui gli abitanti hanno domato un suolo ostile; questo paesaggio culturale è riconosciuto dall’UNESCO.
Capelinhos, un paesaggio lunare sul mare
Un breve trasferimento conduce a Faial, dove la penisola del Capelinhos appare come un tratto di Luna caduto nell’Atlantico. L’eruzione del 1957 ha creato un desertico promontorio di cenere grigia, oggi percorribile a piedi fino al faro semisepolto. Nel vicino porto di Horta, i diportisti di tutto il mondo lasciano murales colorati sulle banchine, trasformando il molo in una galleria a cielo aperto.
Sostenibilità,isolamento e ospitalità familiare
L’arcipelago conserva la propria autenticità grazie a una densità abitativa ridotta e a regole che limitano il numero di alloggi turistici. Non si incontrano grandi resort, ma case tradizionali ristrutturate, agriturismi gestiti da famiglie e piccole pensioni. L’obiettivo è preservare silenzi, cieli stellati e la sensazione di trovarsi davvero ai confini del continente europeo.












