
Giorno 1. L’arrivo a Svolvær tra profumo di pane caldo e danze celesti
Il volo che collega Bodø a Svolvær dura appena mezz’ora e, una volta toccata terra, il banco autonoleggi si rivela rapidissimo. Pochi minuti al volante sulla E10 bastano per ritrovarsi circondati da picchi innevati che precipitano nell’oceano. La cittadina, più tranquilla rispetto all’estate, scintilla di luci natalizie. Prima del check-in al confortevole Thon Hotel Svolvær, vale la pena entrare nella pasticceria Kringla: il panino all’uvetta, appena sfornato, profuma le mani e scalda il cuore. Dopo il tramonto, la guida di Lofoten Aktiv vi conduce fino a Gimsøy; fra racconti di leggenda e accenni di fisica, il cielo si accende di verde e viola, regalando la prima notte sotto l’aurora.
Giorno 2. Vita di bordo e arte a Henningsvær
la colazione dell’hotel è celebre in tutta la norvegia, ma non trattenetevi troppo: il RIB Lofoten vi aspetta per un’uscita a merluzzi e aquile di mare. I moderni indumenti termici rendono piacevole anche il gelo di dicembre. Tornati in porto, un breve tragitto porta a Henningsvær, labirinto di case su palafitte e atelier color pastello. Passeggiando fra neve soffice e magioni di pescatori trasformate in gallerie, si respira un’intimità rara: caffè fumanti, chiacchiere con pittori, lenti tramonti rosa.Il pomeriggio termina al tobiasbrygga, ex ritrovo di marinai del 1935, dove una cucina attrezzata permette di cucinare il pesce pescato in mattinata.
Giorno 3. Calore e silenzio al Nusfjord Arctic Resort
All’alba si riparte lungo la E10 verso ovest. Dopo circa 85 km, fra montagne aguzze e fiordi d’argento, appare Nusfjord, villaggio di legno perfettamente conservato. diciannove rorbuer rosso vivo, oggi suite di charme, raccontano la vita ottocentesca dei pescatori; il pavimento scricchiola ancora come allora. Il personale saluta per nome, il ristorante propone un buffet natalizio delicato e, per chi desidera movimento, partono gite in kayak o escursioni nel bianco. Nel pomeriggio la piccola spa all’aperto, fra vapori di cedro e aria tagliente, regala un contrasto rinvigorente.
Giorno 4. Sørvågen, fra crinale e cucina di mare
Lasciato Nusfjord, si procede verso sud; una sosta obbligata è il Lofoten Beach Camp, dove onde turchesi cozzano contro la sabbia chiarissima. Poco dopo, il panorama di Reine toglie il fiato e invita a fotografie lente. A Sørvågen vi accoglie la guida audun: frontali accese, passo sicuro, narra storie locali mentre conduce su sentieri innevati adatti a ogni età. La serata scorre al caldo del The Tide, dove uno stufato di pesce fumante profuma di tradizione; chi cerca un abbraccio familiare può scegliere l’intimo Holmen lofoten.
Giorno 5. Kabelvåg e l’abbraccio di Skårungen
Si torna verso nord con una deviazione a Sund; il fabbro Tor-Vegard Mørkved forgia cormorani di ferro sotto le scintille, perpetuando un’arte centenaria. Pochi chilometri più in là, alle porte di Kabelvåg, sorge il campo base di Skårungen. Cabine, glamping e camere d’albergo offrono opzioni per ogni portafoglio, mentre i proprietari – una coppia innamorata delle Lofoten – salutano personalmente ogni ospite. sauna bollente, vasca idromassaggio all’aperto e tuffo nell’acqua a 5 °C rigenerano corpo e mente; a dicembre un piccolo mercatino di Natale espone prodotti artigianali, dal formaggio alle candele di bacche artiche. La sera, davanti al camino della caffetteria, si scambiano storie con viaggiatori di tutto il mondo o si assapora la quiete sfogliando un libro.
Giorno 6. addio, non un addio
L’alba filtra ghiacciata sulle finestre di Skårungen. La colazione,ordinata il giorno prima per ridurre gli sprechi,è semplice e squisita. In auto si raggiunge l’aeroporto di svolvær, dove si consegnano le chiavi dell’utilitaria che ha accompagnato per chilometri di meraviglia. Il silenzio invernale delle Lofoten ha regalato incontri autentici: la risata della guida sotto l’aurora, il saluto dei pescatori, l’abbraccio del vento salmastro. Ci si allontana con la certezza che, prima o poi, quelle isole bianche richiameranno di nuovo.
Un consiglio pratico: in valigia non dovrebbero mancare intimo di lana come strato base, ulteriori maglie in lana e un secondo pile, guscio impermeabile e antivento, un berretto e due paia di guanti – sottili e imbottiti -, una lampada frontale per le ore di buio e una batteria di riserva per la fotocamera, perché il freddo ne riduce la durata.












