
Influenza e sport, domande ricorrenti
Quando il termometro scende, ogni atleta si chiede se allenarsi sia sicuro, se le sue difese immunitarie lo rendano meno vulnerabile rispetto a chi trascorre il tempo sul divano e se valga la pena di vaccinarsi. La febbre o persino un semplice raffreddore possono far saltare sedute, partite o gare decisive, perciò l’interrogativo ritorna puntuale con il primo soffio d’aria gelida.
Rischio contagio in palestra e spogliatoio
Chi pratica regolarmente sport conduce in genere una vita più sana rispetto ai sedentari, tuttavia proprio gli ambienti chiusi e poco ventilati, come palestre, spogliatoi o piscine, si trasformano in incubatori ideali per virus e batteri. La vicinanza fisica, il sudore che ristagna sui macchinari e l’umidità elevata favoriscono il contatto con le goccioline respiratorie altrui.In queste condizioni il contagio risulta rapidissimo,costringendo l’allenamento a fermarsi proprio quando la preparazione entra nel vivo.
Attività all’aperto e raffreddore
Gli appassionati di calcio, ciclismo o corsa spesso temono che l’aria fredda irriti le vie respiratorie, rendendo naso e faringe più sensibili a raffreddore, mal di gola e tosse secca. Gli esperti spiegano che l’esercizio outdoor non aumenta di per sé il rischio di ammalarsi, purché si scelgano indumenti adeguati. Pantaloni e maglie termiche, un buon scaldacollo e il cambio immediato degli abiti sudati riducono l’esposizione agli sbalzi di temperatura, mantenendo calda la muscolatura senza far sudare eccessivamente il corpo.
Allenamenti intensi e sistema immunitario
Un’attività fisica moderata è scientificamente in grado di rinforzare l’organismo, mantenendolo in salute senza stressarlo, quindi la probabilità di contrarre l’influenza diminuisce. Non vale sempre lo stesso discorso per le discipline di endurance. Secondo la dottoressa cindy Starke del Northeast Georgia Medical Center, chi corre oltre 45-50 chilometri alla settimana o partecipa a lunghe maratone consuma enormi quantità di energia e zuccheri. Quest’impegno prolungato può ridurre la capacità del corpo di eliminare virus, batteri e altri agenti patogeni, rendendo i runner stanchi più vulnerabili proprio nel periodo in cui avrebbero bisogno di massima efficienza immunitaria.
Febbre, raffreddore e decisione di allenarsi
Se compaiono febbre alta, dolori articolari o influenza conclamata, proseguire l’attività può complicare il quadro clinico e prolungare il recupero. Al contrario, un leggero raffreddore senza rialzo termico a volte permette un lavoro blando, purché si ascolti il proprio corpo e ci si tenga sotto osservazione. La regola d’oro resta: mai forzare quando la temperatura corporea supera i valori normali.
Vaccinazione e strategia preventiva
molti sportivi valutano il vaccino antinfluenzale per evitare stop improvvisi nella fase più impegnativa della stagione. Informarsi in anticipo, programmare l’iniezione lontano da gare cruciali e chiedere consiglio al medico di fiducia consente di affrontare l’inverno con una barriera protettiva in più, senza compromettere i programmi di preparazione.












