
Il peso economico dell’inattività su scala mondiale
Una recente indagine realizzata da un’équipe di ricerca australiana, estesa a 142 Paesi e quindi rappresentativa del 93 % della popolazione mondiale, ha stimato che la sedentarietà pesa sui bilanci collettivi per circa 67,5 miliardi di dollari l’anno (dati riferiti al 2013).
Spese sanitarie dirette e indirette
Della somma complessiva, 53,8 miliardi di dollari riguardano cure mediche e riabilitazione, mentre i restanti 13,7 miliardi derivano da assenze dal lavoro e ridotta produttività. Entrando ancora più nel dettaglio, le amministrazioni pubbliche sostengono 31,2 miliardi di uscite, le compagnie assicurative private ne coprono 12,9, e le famiglie spendono di tasca propria 9,7 miliardi.
Una banconota da dieci euro per ciascuno
Tradotta su scala individuale, l’inattività vale grosso modo una banconota da 10 € per ogni abitante del pianeta, centesimo più centesimo meno.
La situazione italiana
Nel nostro Paese oltre 24 milioni di persone, pari a circa il 42 % della popolazione, conducono una vita priva di movimento strutturato. Questa abitudine si trasforma in un esborso annuale vicino a 906,7 milioni di dollari: di questi, 707,2 milioni gravano sul sistema sanitario pubblico, 32,3 milioni sulle assicurazioni private e 163,2 milioni direttamente su individui e nuclei familiari. A ciò vanno sommati altri 498 milioni di dollari legati alla riduzione della produttività e ai giorni di malattia. Il conto finale corrisponde a circa 16 € pro capite ogni dodici mesi.
Nord,Centro e Sud a confronto
Il panorama nazionale evidenzia notevoli differenze territoriali. Nel Nord la quota di sedentari si ferma al 31,7 %, nel Centro sfiora il 41 %, mentre nel Sud supera il 56 %. Questi divari geografici incidono direttamente sulla pressione esercitata su ospedali, casse pubbliche e portafogli privati.











