
Un saggio che rompe gli schemi
È arrivato in libreria il 26 agosto “Codice di guerra”, il nuovo volume di Mariarosaria Taddeo, pubblicato da Raffaello Cortina Editore. Il testo indaga l’etica dell’intelligenza artificiale applicata alla difesa. Non si parla di scenari fantascientifici, ma di conflitti che si combattono già oggi, in cui algoritmi, decisioni automatiche e cyberspazio si affiancano – e talvolta sostituiscono – i soldati in carne e ossa.
Autrice e riconoscimenti internazionali
La professoressa Taddeo insegna Etica Digitale e Tecnologie per la Difesa all’Oxford Internet Institute dell’Università di Oxford ed è direttrice del Gruppo di ricerca su Etica Digitale e Tecnologie per la Difesa. Di recente il presidente della Repubblica Sergio Mattarella le ha conferito l’onorificenza di Grande Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana.
Tre scenari operativi che cambiano il volto dei conflitti
Nel libro emergono tre grandi domini in cui l’IA sta trasformando la guerra. Il primo riguarda il supporto strategico, con intelligence aumentata e logistica predittiva capaci di analizzare quantità di dati un tempo impensabili.Il secondo coinvolge i conflitti non cinetici, soprattutto nel cyberspazio, dove la frontiera tra pace e ostilità diventa sfumata. Il terzo si concentra sugli armamenti autonomi, droni e sistemi che possono esercitare forza letale senza intervento umano diretto. Esempi concreti attraversano queste categorie: dalla cyberdeterrenza alla guerra in ucraina, dai droni israeliani impiegati su Gaza ai sistemi algoritmici integrati nella Nato.
Linee guida etiche per un’innovazione responsabile
Per fronteggiare i dilemmi, Taddeo propone cinque principi essenziali: responsabilità, spiegabilità, tracciabilità, affidabilità, governabilità. A essi affianca una procedura operativa in tre fasi, pensata per trasformare la teoria in prassi concreta, a disposizione di legislatori, forze armate, sviluppatori e decisori politici.L’autrice sottolinea una sfida duplice: comprendere il funzionamento di queste tecnologie e, insieme, stabilire regole che impediscano derive disumanizzanti.
La corsa globale agli algoritmi militari
Stati Uniti, Cina, russia e Unione Europea investono somme crescenti nell’IA militare. Strumenti che raccolgono dati in volumi sterminati, assistono il processo decisionale e, talvolta, agiscono in autonomia sollevano interrogativi politici vitali. È possibile adottare tali innovazioni senza sacrificare etica, responsabilità e i valori di umanità su cui si fondano le democrazie liberali?












