Perdita di pelo intorno agli occhi nel cane: segnali, cause e rimedi
Perché è rischioso ignorare la perdita di pelo perioculare
Quando il mantello si dirada nella zona che circonda lo sguardo, non si tratta soltanto di un inconveniente estetico. Spesso dietro quel segno evidente si nascondono processi infiammatori, squilibri interni o vere e proprie malattie cutanee. Trascurare il sintomo significa esporre l’animale a complicazioni che coinvolgono non solo la pelle, ma l’intero organismo.
Come si riconosce il problema
La mancanza di pelo è chiaramente visibile: la cute appare nuda o arrossata, talvolta coperta da croste, squame o piccole lesioni. Se allo stesso tempo compaiono prurito intenso,secrezioni oculari,cambiamenti di colore o consistenza della pelle,è bene osservare con attenzione l’evoluzione del quadro.
Possibili cause principali
Fra le ragioni più frequenti spicca la blefarite, un’infiammazione delle palpebre che provoca gonfiore, rossore, prurito e secrezioni sierose o purulente; alla base possono esserci batteri, parassiti, allergeni o traumi.
La rogna demodettica dovuta agli acari Demodex interessa soprattutto cuccioli e soggetti immunodepressi: comincia con piccole chiazze prive di pelo, senza prurito marcato, ma se non curata favorisce infezioni secondarie.
le allergie, che siano alimentari o da contatto, si manifestano con irritazione, arrossamenti e prurito costante; in questi casi una dieta ipoallergenica e terapie antistaminiche portano sollievo.
Un’altra fonte di fastidio è la congiuntivite: l’infiammazione della congiuntiva genera secrezioni che irritano la pelle sottostante, facilitando la perdita di pelo.
Non vanno dimenticati gli squilibri ormonali come ipotiroidismo e sindrome di Cushing,i quali inducono alopecia simmetrica,aumento di peso e apatia.
Nei cuccioli al di sotto dei quattro mesi può comparire la blefarite giovanile,caratterizzata da gonfiore palpebrale,secrezioni e chiazze glabre; alcune razze mostrano una predisposizione genetica.
Infine lo stress: l’ansia spinge l’animale a grattarsi con insistenza, lesionando la delicata zona perioculare.
Altre condizioni da considerare
L’esposizione a detergenti aggressivi, la permanenza prolungata sotto il sole estivo, particolari malattie ereditarie e perfino burn di corpi estranei possono contribuire al quadro clinico, seppure con minore frequenza.
Diagnosi veterinaria: fondamentale
Senza un approfondimento professionale non è possibile individuare l’origine del disturbo. Il veterinario può ricorrere a esami ematologici per verificare ormoni e organi interni, a scraping cutanei per ricercare parassiti, a test allergologici o colture batteriche. Automedicarsi con lozioni improvvisate rischia di aggravare il problema.
Terapie e strategie di cura
La soluzione dipende dalla diagnosi: nel caso di blefarite si adottano antibiotici e antinfiammatori, mentre la demodicosi richiede acaricidi e sostegno immunitario. Per le allergie si impone un regime alimentare controllato e l’uso di antistaminici. La congiuntivite si risolve con colliri specifici, mentre gli squilibri ormonali necessitano di farmaci mirati. Quando l’origine è comportamentale, l’intervento sullo stress avviene con tecniche di arricchimento ambientale, esercizio e, talvolta, supporto farmacologico.
Prevenzione quotidiana
Mantenere pulita la zona oculare con garze sterili, scegliere un’alimentazione completa e bilanciata, seguire regolari protocolli antiparassitari e garantire un ambiente sereno riducono drasticamente il rischio di recidive.
Segnali che richiedono intervento immediato
La presenza di ferite aperte, secrezioni denso-purulente, un rapido peggioramento dell’aspetto cutaneo oppure l’insorgere di perdita di appetito e cambiamenti di comportamento impongono una visita urgente dal veterinario. Agire con tempestività offre all’animale le migliori possibilità di recupero.












