Fiorello commosso saluta Pippo Baudo: “la televisione perde il suo maestro”
In silenzio davanti al feretro nel Teatro delle Vittorie
All’interno del Teatro delle Vittorie, la camera ardente accoglie un lungo abbraccio collettivo. Fiorello arriva insieme alla moglie Susanna, si intrattiene con la figlia di pippo Baudo e con la storica assistente del presentatore, quindi si raccoglie a capo chino. L’atmosfera, sospesa tra ricordi e commozione, lo spinge a confidare a voce bassa: «Qualunque definizione non basta, Pippo è sempre qualcosa di più».
Il sogno di una statua e il “cavallo” di Viale Mazzini
Pochi passi fuori dal teatro e lo showman lascia spazio all’ironia, senza soffocare la malinconia: «Si parla di una statua a Sanremo, ma io la vedrei bene sotto il cavallo di viale Mazzini». Il tono diventa però subito serio: «Ha aperto una strada immensa, noi l’abbiamo semplicemente percorsa»
“Chi insegnerà la televisione ai ragazzi?”
Nel flusso dei ricordi affiora una preoccupazione sincera. Fiorello guarda al presente e al futuro dei giovani professionisti dello schermo: «Lui insegnava solo con l’esempio. Oggi mi domando chi mostrerà alle nuove generazioni come si fa quel tipo di spettacolo». Davanti agli smartphone che dettano clip fulminee da trenta secondi confessa di aver quasi scordato la bellezza di un numero musicale di dieci minuti, come quello con Mia Martini, Zarrillo e Giorgia.
Da Papaveri e papere alla frenesia attuale
La sera precedente lo showman torna a rivedere la sigla di Papaveri e papere e resta incantato: «Me la sono gustata, era meravigliosa». La memoria corre agli anni Sessanta in bianco e nero, quando il minutaggio rasentava la perfezione e i balletti venivano provati fino allo sfinimento. «Lui ha aggiunto l’imprevisto, l’umanità nella precisione», sottolinea. «Forse oggi non è di moda, forse il pubblico cambierà canale, ma sai che c’è? Chi se ne frega».
L’orgoglio di essere siciliani
Il legame tra i due nasce da una radice comune. «Per noi isolani è sempre stato motivo di fierezza condividere la stessa terra con baudo», racconta lo showman, ricordando quando da ragazzo seguiva il festival della canzone siciliana trasmesso da Antenna Sicilia, capace di toccare ascolti da capogiro.In privato le telefonate si coloravano spesso di battute in dialetto: «Lui mi ripeteva “non dobbiamo mai scordare le radici”, e io rispondevo “hai ragione… suca”, e lui replicava “forte”», sorride con le lacrime agli occhi.
“Parlo di lui, non di me”
Quando qualcuno gli chiede quale traccia abbia lasciato Baudo nella sua carriera, Fiorello si schermisce: «Oggi vorrei parlare solo di lui, non di me». Rimane qualche istante in silenzio, poi si volta verso l’ingresso del teatro e, con un ultimo sguardo, ripete tra sé: «La Rai gli deve moltissimo».













