La nuova ossessione di Sorrentino illumina Venezia
Ricordi dal Lido e dal set
Paolo Sorrentino racconta che, quando mette piede per la prima volta al Lido di Venezia con L’Uomo in più nel 2001, egli non conosce affatto il mondo del cinema.Ricorda di essere davanti a dieci cronisti senza capire chi siano né perché si trovino seduti di fronte a lui. Confessa che l’esperienza iniziale è uno choc totale. Ancora oggi, rivela di non amare il momento in cui si trova sul set: egli lavora in maniera rapidissima, così i produttori lo stimano perché fa risparmiare, ma in verità desidera tornare a casa a guardare le partite di calcio.
Un invito inatteso da New York
Pochi mesi dopo quel debutto lagunare, uno sconosciuto lo chiama al telefono e sostiene che Robert De Niro vuole L’Uomo in più al Tribeca Film Festival. Sorrentino, convinto che sia uno scherzo del suo produttore, che spesso cambia voce per divertirsi, inizialmente non ci crede. Soltanto in seguito capisce che l’invito è reale.
Il mito di Maradona e l’idea di spettacolo
Il regista ricorda di avere quattordici anni quando Diego Armando Maradona arriva a Napoli.In quel momento comprende per la prima volta che cosa significhi un vero spettacolo. Il “pibe de oro”, dice, mostra a lui e a tutto il popolo partenopeo l’essenza di un evento straordinario. Anni dopo, attraverso il cinema, Sorrentino riconosce la stessa opportunità: mettere in scena un grande, incredibile spettacolo.
Nessun obiettivo, solo ossessioni
Il cineasta spiega che non gradisce porsi traguardi o impegnarsi a fare qualcosa di nuovo a tutti i costi. preferisce restare a casa senza fare niente finché, d’un tratto, un’idea diventa un’ossessione. Quando ciò accade, egli esclama: «Ok, realizziamo un film su quest’ossessione». Con questa logica nasce La Grazia, opera che apre il concorso della Mostra del Cinema di venezia dal 27 agosto al 6 settembre. Sul progetto, che vede Toni Servillo e Anna Ferzetti protagonisti, al momento Sorrentino non svela alcun dettaglio, anche se circola la voce che Servillo interpreti un presidente della Repubblica a fine mandato.
Il fascino dell’imperfezione e la scrittura personale
Rispondendo alle domande di chi assiste alla masterclass di Sarajevo, il regista afferma che il suo film preferito è Otto e mezzo di Federico Fellini, proprio perché l’opera non risulta perfetta. Aggiunge che non dirige adattamenti poiché capisce soltanto ciò che scrive personalmente.
Perché raccontare Berlusconi
Riguardo al dittico Loro, Sorrentino spiega che si sente attratto da esseri umani molto distanti dal suo modo di essere.Si definisce pigro, quindi agli antipodi rispetto a Silvio Berlusconi, che appare pieno di vitalità, entusiasmo e obiettivi. Innamorarsi di personaggi totalmente diversi da lui diventa una sfida su come affrontare l’esistenza; in una parte nascosta di sé, ammette, egli vorrebbe assomigliare a loro.












