Pippo Baudo è morto all’età di 89 anni. Simbolo della televisione italiana, ha segnato oltre sei decenni di spettacolo con la sua voce, la sua presenza scenica e un fiuto infallibile per i talenti. Conduttore record del Festival di Sanremo, scopritore di artisti indimenticabili, il suo percorso ha attraversato generazioni, innovando il piccolo schermo e lasciando un’impronta indelebile nella cultura popolare italiana.
L’uomo che ha fatto la televisione
Nato il 7 giugno 1936 a Militello in Val di Catania, Giuseppe Baudo non seguì mai davvero il sogno del padre che lo voleva avvocato. Laureato in Giurisprudenza, scelse lo spettacolo, inseguendo una vocazione che avrebbe cambiato il volto della TV italiana.
Il debutto avvenne nel 1959 a Palermo come pianista. Da lì, una serie di audizioni alla Rai lo portarono a essere scelto come conduttore. Il colpo di fortuna? Quando un telefilm non arrivò in tempo e venne mandato in onda il suo programma Settevoci. Fu un trionfo.
Talento, tenacia e giacche sgargianti
Con Settevoci Baudo conquistò il pubblico. Seguirono programmi storici come Canzonissima, Domenica In e soprattutto il Festival di Sanremo, che condusse 13 volte, più di chiunque altro. Ogni apparizione era un evento: i suoi varietà negli anni ’80 raggiunsero picchi di 20 milioni di telespettatori.
Non fu solo un conduttore, ma anche un talent scout: tra i nomi scoperti o valorizzati da lui, Beppe Grillo, Heather Parisi, Lorella Cuccarini, Tullio Solenghi.
Crisi, rinascite e il legame con il pubblico
Nel 1987, Baudo lasciò la Rai dopo uno scontro con la dirigenza, approdando a Mediaset. L’esperienza si rivelò breve e difficile, con conseguenze anche economiche: cedette persino una villa all’Aventino per pagare una penale. Ma tornò presto a casa, nella Rai, dove firmò altri successi.
Anche nei momenti più bui – come la vicenda giudiziaria sulle telepromozioni – non perse mai la forza di ricominciare. Nel 1992 divenne l’eroe del Festival quando convinse in diretta un uomo a non buttarsi dalla galleria dell’Ariston.
L’ultimo atto di una lunga carriera
Negli anni 2000, Baudo visse una nuova stagione di popolarità. Tornò a Sanremo, a Domenica In, e nel 2005 ricevette un vero e proprio tributo come figura imprescindibile della televisione italiana.
La sua ultima apparizione come conduttore risale agli anni successivi, ma non ha mai smesso di essere un riferimento. Diceva: “Non sono ancora pronto per la pensione”, citando il vecchio Anchise che cammina da solo. Oggi il sipario si è chiuso, e il pubblico gli restituisce il più lungo degli applausi.













