
La sorprendente abbondanza di individui
Le cifre che circolano negli ambienti scientifici hanno dell’incredibile.In ogni momento, si stima che la Terra ospiti circa 10 quintilioni di insetti.Significa 10 seguito da 19 zeri, vale a dire un miliardo di esemplari per ogni abitante umano. Nella popolazione dei minuscoli dominatori, le formiche da sole contribuiscono con qualcosa come 20 quadrilioni di unità; immaginarle distribuite fra le foreste del Borneo, i deserti dell’Arizona o le praterie del Kenya fa capire la portata di questa presenza.
Insetti: un miliardo per ogni persona
L’enorme quantità è il risultato di cicli vitali rapidissimi, riproduzione esponenziale e una versatilità che consente a questi invertebrati di colonizzare quasi ogni micro-habitat emerso. Un albero caduto nella Foresta amazzonica, una duna del Sahara, un’aiuola di Milano: ovunque si posi lo sguardo, milioni di piccoli artropodi portano avanti la loro esistenza, moltiplicandosi in tempi che per gli esseri umani sembrano istanti.
Pesci: oceani pieni ma non basta
Passando agli abitanti delle acque, le stime sulle popolazioni globali parlano di centinaia o migliaia di miliardi di pesci. Cifre notevoli, ma l’ordine di grandezza resta lontano da quello degli insetti. Anche le vaste distese del Pacifico o le profondità del Mar dei Sargassi non colmano il divario: gli organismi acquatici nuotano in numero impressionante, tuttavia non raggiungono la densità di individui che pullula sull’asciutto.
Diversità delle specie
Invertebrati in testa
Quando si tratta di varietà tassonomica, gli insetti mantengono il primato. Le valutazioni più aggiornate parlano di circa 5,5 milioni di specie potenziali, con solo un milione descritto ufficialmente. Le stesse categorie che conosciamo meglio-coleotteri, lepidotteri, ditteri, imenotteri, emitteri-rappresentano appena la punta dell’iceberg di un caleidoscopio biologico in continua scoperta. Per ogni nuova spedizione in un canyon dell’Himalaya o su un picco della Nuova Guinea, spuntano organismi mai catalogati prima.
Vertebrati acquatici a confronto
I pesci, pur dominando la biodiversità negli ambienti marini, si fermano attorno a 30-35.500 specie riconosciute. Nuove descrizioni arrivano a un ritmo di circa 250 all’anno, ma la forbice rimane ampia. Gli studiosi ricordano che aree come la fossa delle Marianne o i fondali dell’Oceano Indiano restano parzialmente inesplorati; nonostante ciò, neppure la più ottimistica delle proiezioni immagina un sorpasso sui numeri degli insetti.
Motivi di un dominio
Fin dal Carbonifero,oltre 350 milioni di anni fa,gli insetti affinano strategie che li rendono quasi invincibili: metamorfosi complete,cuticole leggere ma resistenti,capacità di volo,apparati boccali specializzati.Questi strumenti evolutivi hanno consentito loro di essere impollinatori, decompositori, predatori o prede in ogni angolo del globo.
I pesci, insostituibili negli equilibri degli ecosistemi acquatici, non possiedono la stessa versatilità spaziale. La loro sopravvivenza dipende da colonne d’acqua più vulnerabili a cambiamenti di temperatura, salinità o ossigeno. Perfino la grande Barriera Corallina mostra quanto la vita marina resti legata a condizioni chimico-fisiche molto specifiche, mentre un moscerino può riprodursi in una pozzanghera di un parcheggio di Madrid con la stessa efficienza che avrebbe in una risaia di Bangkok.
Impatto ecologico e importanza per gli ecosistemi
Gli insetti, nel ruolo di impollinatori, favoriscono la riproduzione di un’enorme quantità di piante, incluse colture fondamentali per l’alimentazione umana. Come spazzini naturali, accelerano la decomposizione della materia organica, restituendo nutrienti al suolo. Attraverso la predazione e il parassitismo, regolano inoltre le popolazioni di altri organismi, limitando invasioni potenzialmente distruttive.
I pesci, dal canto loro, rappresentano il motore degli ambienti marini e d’acqua dolce: trasformano energia in biomassa, supportano intere comunità di uccelli, mammiferi e altri vertebrati, e forniscono proteine a miliardi di persone. Tuttavia, la loro minore plasticità ecologica rispetto agli insetti li espone maggiormente ai cambiamenti rapidi indotti dalle attività umane, come l’innalzamento della temperatura delle acque o l’acidificazione degli oceani.
Cosa riserva il futuro
Gli studiosi ipotizzano che molta della diversità ancora invisibile, specialmente nell’Oceano Atlantico meridionale o nei sotterranei calcarenitici della Sicilia, potrà essere svelata nei decenni a venire.eppure, salvo scoperte clamorose, la supremazia numerica degli invertebrati alati, saltatori, striscianti e ronzanti sembra destinata a restare incontrastata.











