
Un negoziato che arriva in tribunale
Nelle scorse settimane gli avvocati di Automobili Lamborghini America e di Gold coast Exotic Imports hanno comunicato alla giudice federale Rebecca Pallmeyer di essere impegnati a trovare un accordo extragiudiziale. Le parti precisano che “stanno collaborando per risolvere tutte le controversie”; in mancanza di un’intesa entro dicembre 2026 il dibattimento proseguirà.
Le contestazioni del marchio di Sant’Agata Bolognese
La casa emiliana sostiene che il rivenditore con sede a Chicago abbia collocato nel corso del 2023 almeno trentadue supercar a soggetti che non risultano clienti finali né colleghi della rete ufficiale. Nel fascicolo consegnato al tribunale federale spunta anche un acquirente già condannato per aver dirottato auto di lusso verso trafficanti di droga e protettori. Per Lamborghini, quel comportamento danneggia l’immagine del marchio e mette a rischio la rarità dei modelli più ambiti.
La presunta catena parallela di vendita
Secondo l’accusa, Gold Coast avrebbe creato un circuito clandestino in cui intermediari rilevavano le auto con l’unico scopo di rivenderle immediatamente, gonfiando i prezzi e aggirando le regole imposte dal costruttore. Viene inoltre indicata la richiesta di tangenti extracontrattuali per centinaia di migliaia di dollari in cambio dell’accesso a versioni limitate. Contestualmente la società di Sant’agata Bolognese dichiara di avere erogato, dal 2019, incentivi commerciali per oltre 4 milioni di dollari allo showroom di Illinois.
La replica di Gold Coast exotic Imports
Il concessionario respinge ogni imputazione e afferma che il vero obiettivo sarebbe estromettere il presidente ottantunenne Joseph Perillo Sr., ritenuto “troppo anziano” e “difficile da gestire”. L’azienda ha presentato una denuncia alla Motor Vehicle Review Board dell’Illinois, lamentando ritardi nei rimborsi per il restyling della sede e l’inadempienza di pacti promozionali.
Eco di vicende analoghe nel settore del lusso su quattro ruote
L’inchiesta su Gold Coast segue di pochi giorni la rottura fra Ferrari e il partner tedesco Mertel Italo Cars, accusato di frode nella gestione delle vendite. Gli episodi mostrano come, anche nell’universo esclusivo delle supercar italiane, il controllo capillare della rete di distribuzione continui a rappresentare una sfida complessa.












