
Alimentazione feroce e risparmio economico
Nelle vasche frigo dello zoo di Aalborg, nel nord della Danimarca, la carne arriva ancora calda. Il centro, che ospita grandi felini come tigri e leoni, accetta la donazione di animali domestici e di media stazza con lo scopo di riprodurre, il più fedelmente possibile, la dieta seguita in natura da questi predatori. Conigli, cavie, polli e perfino cavalli vengono consegnati vivi, sottoposti ai controlli veterinari e poi soppressi all’interno della struttura. Il risultato è un notevole risparmio: sfamare un felino adulto richiede circa 20 chilogrammi di carne alla settimana, e acquistare tagli di macelleria avrebbe un costo sensibilmente più alto.
Come avviene la donazione dei cavalli
Chi desidera rinunciare al proprio equino compila un modulo online, inserendo nome, indirizzo, recapito telefonico e dichiarando che l’animale gode di buone condizioni di salute, non è stato curato per malattie negli ultimi trenta giorni e possiede i documenti in regola. Una volta arrivato allo zoo,il cavallo passa sotto la supervisione di un custode e di un veterinario. in cambio, il proprietario ottiene una detrazione fiscale calcolata in 5 corone danesi per chilogrammo di peso del cavallo. La procedura, sottolinea lo staff, è “pensata per ridurre sofferenze inutili” e per assicurare “il massimo rispetto” degli standard sanitari.
L’ondata di reazioni sui social
La pubblicazione di un post con la foto di un felino che spalanca le fauci ha scatenato commenti opposti. C’è chi definisce la pratica “atroce” e chi, al contrario, la considera una soluzione più etica che abbandonare gli animali in un bosco. Alcuni utenti ammettono di aver consegnato personalmente un cavallo allo zoo, descrivendo un’”esperienza tranquilla” e lodando la professionalità del personale che “ha mostrato attenzione per l’animale fino all’ultimo momento”.
Riproduzione incontrollata e abbandoni
Secondo la zoologa Thea Loumand Faddersbøll, molti esemplari donati derivano da cucciolate gestite con leggerezza nelle abitazioni private: “Le coniglie arrivano spesso gravide e partoriscono numerosi piccoli; le famiglie non riescono a prendersene cura e li portano qui”, spiega. Per i cavalli la situazione è simile: “Riceviamo equini anziani o con lesioni che ne compromettono il benessere”.
I protocolli sanitari e la sicurezza alimentare
Prima di finire nelle gabbie dei predatori, ogni carcassa subisce controlli approfonditi. Se il veterinario riscontra un possibile rischio batterico, l’animale viene congelato in una cella apposita finché eventuali agenti patogeni non risultano inattivi. Questo passaggio è obbligatorio per la carne destinata agli orsi polari, che ricevono esclusivamente porzioni scongelate di cavallo, considerate più sicure per il loro delicato apparato digerente.
La posizione della direzione dello zoo
Il direttore Henrik Vester Skov Johansen difende la scelta del centro: “Non tutti possono più gestire i loro animali domestici; qui trovano un’alternativa rispettosa”. A chi critica la crudezza della procedura, risponde ricordando che “nel mondo selvatico le tigri cacciano prede vive e un pasto ottenuto con la soppressione umana limita stress e dolore”.Replica inoltre che la struttura investe comunque diversi milioni di corone ogni anno in mangimi,ma i donatori riducono in parte il peso dei costi.












