
Un appuntamento speciale alla sala corinto
la quarantesima edizione della Settimana Internazionale della Critica accende i riflettori sul nuovo lavoro del regista taiwanese Lee Hong-chi. A Dance in Vain verrà proiettato il 6 settembre alle 17.00 nella storica Sala Corinto di Venezia, e l’autore sarà presente in sala per incontrare il pubblico.
Il ritorno del regista premiato
Dopo il trionfo dello scorso anno con Love Is a Gun, che gli era valso il Leone del futuro – Premio “Luigi De Laurentiis”, Lee Hong-chi torna sulle rive della Laguna per esplorare un nuovo capitolo del suo percorso artistico. Il cineasta ricorda l’origine di questa pellicola: la città che conosceva si era trasformata in un luogo estraneo, una sensazione di distacco che lo ha spinto a impugnare immediatamente la macchina da presa per immortalare frammenti di vita, volti noti e sconosciuti colti in un fugace presente.
Lo sguardo della critica
La direttrice artistica Beatrice Fiorentino evidenzia come A Dance in Vain sia intimamente collegato al film precedente e,al tempo stesso,apra prospettive inedite sul disorientamento delle nuove generazioni. La pellicola, definita un racconto corale e vibrante, si rivolge a chi avverte sulla propria pelle la mancanza di orizzonti, soprattutto a coloro che cercano di esprimersi attraverso l’arte, spesso senza riuscire a trovare ascolto. Secondo Fiorentino, lo stile raffinato e fluido di Lee Hong-chi conferma un talento visivo sorprendente, capace di trasformare ogni movimento di macchina in un atto di affermazione personale.
Trama: la solitudine di Monkey
Al centro della storia si trova Monkey, da anni dietro le quinte di una compagnia teatrale in una metropoli frenetica. La sua vita sembra inceppata in un ciclo senza fine. Nel 2020 il compagno, Leo, era tornato nella città natale e poco dopo si era tolto la vita, lasciando una scia di assenza che grava ancora su di lei a ogni passo. Intrappolata nella routine quotidiana, Monkey tenta di condividere la propria angoscia, ma riceve sempre la medesima risposta: deve essere grata, è già considerata fortunata.Questo conflitto interiore alimenta l’urgenza narrativa del film e ne disegna il respiro emotivo.












