
Il mare tirrenico, emozione lucana
Sulla costa occidentale la giornata si apre con il profumo salmastro che avvolge Maratea. La Statua del Cristo redentore veglia dall’alto, mentre le acque di Cala Jannita e della spiaggia di Fiumicello riflettono tonalità smeraldo. Chi sceglie di infilarsi tra gli scogli scopre calette intime, dove la risacca accompagna il silenzio. Dopo il bagno, un vicolo acciottolato conduce a ristorantini raccolti, i tavoli affacciati sul porto naturale; qui il pesce appena pescato arriva in tavola ancora avvolto dal profumo di mare, insaporito dal peperone crusco che dona un tocco croccante.
Sull’Ionio, dove la sabbia racconta la Magna Grecia
Muoversi verso est significa attraversare distese di campi di grano, fino a raggiungere la Costa Ionica. A Metaponto la sabbia chiarissima incontra acque tiepide che sfumano al turchese, mentre le Tavole Palatine emergono fra i pini marittimi ricordando il culto di hera. Pochi chilometri più a sud, Policoro offre lidi dorati circondati da dune e macchia mediterranea; il Museo archeologico nazionale custodisce ori, ceramiche e armi che raccontano la colonia achea. Il pranzo, in riva al mare, profuma di triglie e seppie alla griglia, irrorate con olio lucano fruttato.
Tra le vette scolpite delle dolomiti Lucane
Lasciata la costa, la strada sale tra tornanti che si arrampicano verso le Dolomiti Lucane. I borghi di Castelmezzano e Pietrapertosa si abbracciano alle rocce come presepi di pietra. Il celebre Volo dell’Angelo permette di sorvolare la valle a oltre mille metri,regalando un’istantanea di guglie calcaree e boschi fitti. chi preferisce camminare imbocca il Sentiero delle 7 Pietre, dove leggende contadine riaffiorano attraverso installazioni artistiche lungo il tracciato. L’aria, intrisa di timo e maggiorana, accompagna l’assaggio di formaggi stagionati, salumi speziati e un calice di aglianico dalle sfumature granato.
Passeggiata nei Sassi di Matera
Quando il sole inizia a calare,il viaggio conduce a Matera. All’alba le campane risuonano fra i vicoli scavati nella roccia; la pietra porosa dei Sassi si tinge d’oro, mentre dal forno storico esce il profumo di pane appena sfornato. La cattedrale della Madonna della Bruna, in posizione dominante, guarda le gravine punteggiate di macchia selvatica. Scendendo, l’ingresso del Palombaro Lungo svela cisterne gigantesche, capolavoro di ingegneria idrica. La sera, su una terrazza che affaccia sul labirinto rupestre, arrivano la crapiata di legumi, la cialledda estiva e le cicorie con purè di fave. Le luci accese nella città-grotta ricordano un cielo capovolto, e il viaggio continua nello sguardo di chi osserva.












