
Allarme mondiale
L’inquinamento da plastica si è trasformato in una vera e propria emergenza. Ogni anno oltre 50 milioni di tonnellate di scarti sintetici si disperdono nell’ambiente, arrivando perfino dentro il corpo umano.
Una revisione senza precedenti
Un gruppo di scienziati provenienti da Stati Uniti, Australia, Svezia, Germania, Monaco, Norvegia, Regno Unito, Indonesia, Filippine e Paesi Bassi ha esaminato gli effetti della plastica sulla salute delle persone e sugli ecosistemi. gli studiosi sottolineano che la situazione può ancora essere arginata,se si riduce la produzione globale e si incentiva il riciclo.
Numeri che preoccupano
Dal 1950 la fabbricazione di plastica è aumentata di oltre duecento volte e potrebbe triplicare di nuovo entro il 2060. La crescita più rapida riguarda la plastica monouso, come bottiglie e contenitori per cibo da asporto. Meno del dieci per cento dei rifiuti viene riciclato; il resto finisce in discariche, oceani oppure nei forni di incenerimento, liberando nell’aria sostanze nocive.
Ciclo di vita e sostanze tossiche
Più del 98 % della plastica è ricavato da petrolio, gas o carbone, e la sua produzione genera l’equivalente di due miliardi di tonnellate di anidride carbonica l’anno. Oltre 16 000 composti chimici vengono impiegati nella filiera; molti di essi non sono mai stati valutati per la loro pericolosità. Alcuni provocano tumori, interferiscono con il sistema endocrino e compromettono la fertilità. le micro e nanoplastiche, risultato della degradazione dei rifiuti, sono state rinvenute nel sangue, nel cervello, nel latte materno, nella placenta, nello sperma e nel midollo osseo.
Impatto su ambiente e salute
Lungo tutto il ciclo, dall’estrazione dei combustibili fossili allo smaltimento, la plastica rilascia sostanze tossiche e microframmenti che si accumulano nell’aria, nell’acqua e nel suolo. I contenitori abbandonati creano ristagni d’acqua dove le zanzare che trasmettono la dengue possono proliferare. I rischi sono maggiori per feti, neonati e bambini, con aumento di aborti spontanei, nascite premature, malformazioni, problemi di sviluppo polmonare, tumori infantili e future difficoltà riproduttive.
Verso un accordo internazionale
Dal 5 al 14 agosto, al Palazzo delle Nazioni di Ginevra, si svolge la terza sessione del Comitato intergovernativo di negoziazione che sta elaborando uno strumento giuridicamente vincolante contro la contaminazione da plastica, compresa quella marina. Oltre cento Paesi sono favorevoli a imporre limiti alla produzione, mentre alcuni Stati esportatori di combustibili fossili spingono per focalizzarsi soltanto sul riciclo.
Ostacoli al riciclo
A differenza di materiali come vetro o carta, la complessità chimica della plastica rende difficile un recupero efficace. Gli esperti ribadiscono che non si può uscire dalla crisi facendo affidamento esclusivamente sul riuso dei materiali esistenti.
Un osservatorio indipendente
per monitorare l’evoluzione del problema è stato creato un sistema globale di sorveglianza. L’osservatorio raccoglierà indicatori relativi a tutte le fasi del ciclo di vita della plastica, con l’obiettivo di guidare le politiche di salute pubblica. Il ricercatore argentino Andrés Arias, membro della Coalizione scientifica per un trattato efficace sulla plastica, spiega che questo strumento consentirà di valutare le misure adottate e di evidenziare i danni per orientare decisioni legislative, incentivi e innovazioni.
Opportunità per l’America Latina
Secondo il pediatra Philip Landrigan, i Paesi dell’America Latina possono ridurre rapidamente l’esposizione vietando gli oggetti monouso – sacchetti, cannucce, posate – e controllando l’inquinamento derivante dalla combustione all’aperto dei rifiuti.











