
Quando la segnaletica parla ma nessuno ascolta
Sulle strade di Italia ogni giorno si incontrano simboli di ogni forma e colore. In mezzo a questo affollamento di indicazioni, un disco apparentemente anonimo, bianco, attraversato da una linea nera obliqua, passa spesso inosservato. Eppure quel segno, inserito nel Codice della strada, ha il potere di cancellare in un istante limiti di velocità, divieti di sorpasso e altre prescrizioni imposte in precedenza.
Un disco, mille equivoci
Il segnale di fine prescrizione viene confuso con cartelli che sembrano simili,come la conclusione di una zona di lavori o l’uscita da un centro abitato. al contrario, la sua funzione è ben distinta: informa che l’obbligo indicato nel tratto appena percorso non è più valido. In pratica, appena superato il disco bianco con la fascia nera, si può tornare a viaggiare alle condizioni generali previste per quel tipo di strada, senza ulteriori restrizioni.
Perché è fondamentale riconoscerlo
Ignorare questo cartello può tradursi in due rischi opposti. Un automobilista potrebbe continuare a procedere a 70 km/h in un tratto in cui si potrebbe circolare a 90 km/h, intralciando il traffico. Al contrario, un conducente convinto che la prescrizione sia già terminata potrebbe accelerare prima del dovuto e incorrere in una multa salata. Sapere dove termina il vincolo consente di evitare pericoli e sanzioni.
Le varianti dedicate ai mezzi pesanti
Quando la restrizione riguardava camion o autobus,il disco mostra sagome grigie di veicoli pesanti: vedere quelle icone scomparire dietro la banda nera indica la fine del divieto di sorpasso per i mezzi oltre le 3,5 tonnellate o la conclusione di un limite di velocità ridotto per autobus. Anche in questo caso il messaggio è chiaro: da quel punto in avanti valgono le regole generali.
Come non confonderlo con altri simboli
La chiave è la semplicità. Il cartello di fine prescrizione non ha bordi rossi, non sfoggia colori accesi, non contiene numeri. La linea nera diagonale è l’unico segno grafico: un colpo d’occhio rapido che equivale a un “via libera”. Insieme all’aspetto minimalista, il contesto aiuta a individuarlo: appare dopo un tratto regolato da velocità ridotte, divieto di sorpasso o limitazioni analoghe.
Rarità che non giustifica la distrazione
In città il disco bianco con fascia nera si vede di rado; sulle strade extraurbane, soprattutto lungo itinerari secondari o in prossimità di ex cantieri, compare più spesso. La scarsa frequenza, però, non autorizza a sottovalutarlo. Ogni volta che un segnale revoca un obbligo, la sicurezza di tutti dipende dalla capacità di riconoscerlo al primo sguardo.
L’effetto domino sulla circolazione
Quando il primo automobilista capisce che il limite è terminato e riprende la velocità ordinaria, anche chi segue può adeguarsi in modo graduale e sicuro. Se il capofila non interpreta il disco, nasce una coda, con sorpassi improvvisi e frenate improvvise. Quel semplice cerchio bianco diventa così un tassello fondamentale per mantenere fluido il traffico su strade, tangenziali e autostrade.











