
Occhi elettronici nel buio degli abissi
A bordo della nave Falkor (Too), un gruppo di ricercatori di CONICET ha guidato il robot sottomarino ROV SuBastian lungo le pareti del maestoso canyon sottomarino Mar del Plata. Le telecamere ad alta definizione hanno immortalato un paesaggio che, a oltre 1200 m sotto la superficie dell’Atlantico Sud, alterna distese di sedimenti a ripide scarpate rocciose.
Biodiversità sorprendente tra le pieghe del terreno
Tra le ombre, le luci del veicolo hanno illuminato un vivace mosaico di vita: polpi che scivolano tra le fenditure, granchi che perlustrano il fondale, eleganti stelle marine adagiate sulla sabbia e una miriade di organismi ancora da catalogare. Ogni incontro è stato registrato, creando un archivio di immagini che documenta la ricchezza biologica di questa parte poco esplorata dell’Atlantico.
La plastica che arriva dove la luce non giunge
L’entusiasmo per la fauna è stato offuscato dal ritrovamento di un sacchetto di plastica, riconoscibile dalle scritte in cinese, adagiato sul fondo. La presenza di un rifiuto umano a simile profondità conferma che l’inquinamento scende fin dove la luce non arriva. Il team ha raccolto campioni d’acqua e di sedimenti per cercare microplastiche e analizzare la composizione chimica,con l’obiettivo di capire quanto e come i frammenti sintetici interferiscano con gli ecosistemi abissali.
Scienza in diretta, pubblico a bordo
Ogni immersione è stata trasmessa in streaming, permettendo a migliaia di persone di seguire in tempo reale le esplorazioni e di porre domande agli studiosi. Il contatto diretto con il pubblico ha trasformato la spedizione in un evento di divulgazione, dimostrando l’importanza di sostenere la ricerca e di far conoscere le sfide dell’oceano profondo.












