
L’itinerario teatrale ideato da Giulio Scarpati si congeda dalla stagione calda domenica 10 agosto, quando l’attore leggerà il monologo “Qualcosa di nuovo nel sole – Pascoli si racconta” sul palcoscenico di Ponte di Legno, nel cuore del Bresciano. L’evento fa parte di “Una montagna di cultura… la cultura in montagna”, rassegna promossa dall’Associazione Pontedilegno-MirellaCultura in sinergia con Pro Loco e Biblioteca Civica.
Il significato del 10 agosto
La data non è casuale: il 10 agosto rappresenta, nella vicenda umana di Giovanni Pascoli, il ricordo dell’assassinio del padre, tragedia che il poeta immortala nei versi di “X agosto”. Il testo proposto da Scarpati, nato dalla penna del poeta e critico Giuseppe Grattacaso, si nutre proprio di quella ferita, trasformandola in parola viva davanti al pubblico.
A novembre il ritorno nel Teatro dei Differenti
Terminata l’esperienza alpina, Scarpati indosserà nuovamente i panni di Pascoli il 7 novembre al Teatro dei Differenti di Barga, in Provincia di Lucca. Proprio su quel palcoscenico, il 26 novembre 1911, il poeta tenne il celebre discorso “La grande proletaria si è mossa”. L’iniziativa non diventa una tournée vera e propria; l’attore preferisce parlare di “incursioni” all’interno di cartelloni teatrali già esistenti, serate dedicate esclusivamente alla poesia recitata, convinto che la voce sul verso scritto lo renda più accessibile e incisivo.
Un Pascoli proiettato nel domani
“Presentiamo un pascoli diverso da quello scolastico” osserva Scarpati durante un’intervista, spiegando che l’autore, pur radicato nei richiami del passato, guarda con entusiasmo al progresso, alla scienza, al dialogo con la natura.Questa modernità emerge nel monologo, che mostra un uomo affascinato dalle novità e al tempo stesso custode di un forte senso etico.
Riflessioni sul presente e sull’idea di pace
Nelle sue parole pubbliche,Scarpati non dimentica l’attualità. Menziona l’ottantesimo anniversario dei bombardamenti su Hiroshima e Nagasaki, sottolineando come la parola “pace”, centrale nella propria generazione, oggi sembri ardua da mettere in pratica. Il pensiero corre a Pascoli e alla sua denuncia della “grande crudeltà” sociale: lo sguardo del poeta, conclude l’attore, si stupirebbe della facilità con cui si evoca l’arma atomica nel dibattito quotidiano.












