
era notte, l’acqua scendeva fitta e una casa in penombra, con le persiane serrate, offriva l’unica finestra sul racconto. Seduta al tavolo, una donna ancora avvolta nell’impermeabile si addormentava. Così si apriva la prima rappresentazione di Il raggio bianco, la nuova commedia noir firmata da Sergio Pierattini, presentata ieri al Festival Teatrale di Borgio verezzi. Sul palco campeggiava la produzione del Teatro Nazionale di Genova guidata dalla regia di Arturo Cirillo. Il clima non poteva risultare più realistico: a borgio Verezzi la pioggia cadeva davvero, prima dello spettacolo e poi sul finale.Nel congedarsi, Milvia Mirigliano ha lanciato verso la platea un «Prendo l’ombrello, piove», provocando un sorriso collettivo.
Tre figure sospese tra furti e desideri
La vicenda si concentrava su tre protagonisti: una madre, la figlia e un giovane parente. Milvia Mirigliano incarnava la donna adulta, Linda Gennari interpretava la ragazza, mentre Raffaele Barca vestiva i panni del parente che irrompeva all’improvviso, destabilizzando il già precario equilibrio domestico.Madre e figlia,entrambe ladre,si amavano e si detestavano senza tregua,rinfacciandosi ogni colpa. L’arrivo del cugino sembrava portare uno spiraglio di speranza: la ragazza s’innamorava e immaginava una nuova vita accanto a lui; la madre intravedeva la possibilità di riabbracciare la sorella da cui era stata ingiustamente accusata di furto. L’epilogo, però, riservava per entrambe un sapore amaro.
Regia, atmosfere e interpretazioni
Nella scrittura di Pierattini il tono cupo veniva rischiarato da guizzi d’ironia: la madre, che appariva un’onesta lavoratrice, biasimava gli stranieri «rei» di sottrarle il mestiere.Arturo Cirillo imprimeva al racconto una tensione palpabile, facendo emergere insieme le speranze della giovane e il crudo realismo della madre. La scena apparteneva in larga misura alle interpreti femminili.Milvia Mirigliano attraversava con naturalezza tragedia, sarcasmo e malinconia, mentre Linda Gennari le teneva testa con intensità e presenza scenica. Raffaele Barca completava il triangolo con credibilità. Il pubblico, numeroso nonostante la pioggia, seguiva la recita con partecipazione e, al calare del sipario, tributava un applauso caloroso. La replica era fissata per questa sera alle 21.30.
Premio a una giovane attrice
Prima che le luci si accendessero sul dramma, il palco aveva ospitato la consegna del Premio Fondazione De Mari a Beatrice Coppolino, già applaudita la scorsa stagione in Anfitrione di Plauto, riconosciuta come migliore attrice emergente.












