
Capita di attraversare il confine e di riconoscere senza esitazione il Cornetto, il Maxibon o il magnum, salvo poi scoprire che il marchio stampato sulla confezione non è Algida ma Frigo, Olà, Langnese, Miko oppure Lusso. Il logo con i due cuori intrecciati, però, rimane identico e rassicurante.
La strategia del cuore: un segno grafico, tanti nomi locali
Alla fine degli anni ’90, il colosso anglo-olandese Unilever decide di legare le numerose aziende di gelati acquisite in Italia, Spagna, portogallo, germania, Francia, Turchia e in molti altri paesi con un solo simbolo, il doppio cuore. In questo modo i consumatori avvertono immediatamente familiarità, pur continuando a incontrare il marchio cui sono affezionati. L’operazione si rivela così efficace che oggi lo stesso emblema figura su ombrelloni, freezer e chioschi di mezzo continente.
Da Roma al mondo: gli inizi di Algida
La storia comincia nel 1946 in Via dei Colli Albani, a Roma. In quell’epoca il marchio presenta uno scudo giallo e marrone con la scritta “Industria Alimenti Gelati”. Negli anni del boom economico italiano, la diffusione dei prodotti surgelati cambia le abitudini di consumo e Algida diventa sinonimo di gelato confezionato, portando in spiaggia e nei bar gusti iconici come il Cornetto e il Cucciolone.
L’acquisizione e l’espansione europea
Nel 1964 Unilever acquista l’azienda capitolina e avvia un piano di espansione che coinvolge marchi radicati nel tessuto sociale di ogni paese. L’idea non è cancellarli, bensì mantenerli vivi, sfruttando la forza della tradizione locale. Il denominatore comune, il doppio cuore, permette di riconoscere rapidamente i prodotti, mentre il nome nazionale tutela la fiducia costruita in decenni.
Gelati identici, brand differenti: la magia del marketing globale
Un viaggiatore assapora un Cornetto sulle spiagge dell’Andalusia e prova la stessa crema alla vaniglia gustata a Rimini. Il packaging riporta la scritta Frigo invece di Algida, ma la ricetta non cambia. Lo stesso accade per Solero, Twister o Carte d’Or. L’uniformità del sapore e l’unicità del logo superano le barriere linguistiche, trasformando ogni assaggio in un piccolo ritorno a casa.
Algida nel cuore dell’Est Europa
Curiosamente, in numerosi stati dell’Europa orientale compare proprio il marchio originario italiano, segno che Unilever utilizza la notorietà di Algida per presidiare aree in crescita. Così, in città come Varsavia, Budapest o Bucarest, il cartellone con i due cuori reca il nome italiano, mentre in Madrid o Parigi continua a campeggiare la sigla storica locale.
La voce degli esperti: perché il cuore funziona
L’esperto di comunicazione Max Corona,che racconta la vicenda sul suo profilo social “Storie di Brand”,spiega che il logo unico,abbinato a denominazioni differenti,sfrutta la potenza del “riconoscimento visivo immediato” senza spezzare il legame affettivo dei consumatori con le tradizioni nazionali. Ogni stecco, ogni coppetta, ogni sorbetto reca così il medesimo emblema, mentre la targhetta del nome varia in base alla latitudine.
Quando addenti un gelato sei sempre sotto lo stesso cuore
Che ci si trovi a Milano o a Lisboa,a Berlino o sul Bosforo,la prima croccante cucchiaiata o il morso sul biscotto riportano nello stesso universo di gusto. Il fenomeno dimostra come un singolo segno grafico, se ben congegnato, possa collegare culture diverse mantenendo viva l’identità locale di ogni brand.












