
Cos’è davvero un braccialetto paracord
Chi ama l’aria aperta conosce già quei piccoli manufatti di corda, assai più di un semplice accessorio di moda. Un braccialetto paracord è un intreccio di fili in nylon identico a quello impiegato nei paracadute; il materiale viene piegato su sé stesso così da occupare poco spazio, pur restando capace di sostenere carichi notevoli. Il risultato è un multi-strumento che campeggiatori, scalatori, escursionisti, survivalisti e militari portano al polso perché, in emergenza, diventa una vera ancora di salvezza. Nel 1997, per esempio, gli astronauti impegnati sull’osservatorio Hubble rattoppano l’isolamento danneggiato proprio grazie a qualche metro di questa corda.
I principali tipi di paracord
Sul mercato si trovano quattro categorie. Il tipo I regge almeno 43 kg, possiede un solo filato centrale ed è il più economico.Il tipo II,oggi poco diffuso,sopporta circa 181 kg e racchiude da quattro a sette fili d’anima. Il tipo III, meglio noto come paracord 550, conquista la maggioranza degli appassionati perché unisce versatilità e costo contenuto: sopporta 250 kg e include da sette a nove trefoli interni. Il tipo IV raggiunge la vetta della resistenza, con 340 kg e undici fili, tuttavia costa di più e raramente serve all’escursionista medio. Esiste inoltre la distinzione tra produzione militare, totalmente in nylon a tre strati, e quella commerciale, che talvolta alterna nylon e poliestere con una conseguente riduzione delle prestazioni.
Com’è fatta la corda
Il paracord presenta una guaina esterna che protegge diversi filati interni, ognuno formato da un massimo di tre capi. Il nylon rimane il materiale tradizionale,anche se qualche versione utilizza il poliestere. un prodotto di buona qualità si allunga almeno del trenta per cento prima di rompersi.Se sottoposto a carico costante, mostra il cosiddetto “creep”, vale a dire un allungamento permanente: basta raddoppiare o triplicare la fune per limitare l’effetto.
La misura di un braccialetto
Una fascia intrecciata contiene normalmente venti o più metri di corda. In situazioni critiche la quantità non è mai troppa e, se serve, si possono annodare più segmenti per ottenere lunghezze superiori.
Perché i militari lo indossano
Durante la Seconda Guerra Mondiale la stessa fune sostiene i paracadute dei soldati. una volta a terra, l’utilità si moltiplica: lacci per gli stivali, tiranti per gli zaini, linee di tensione per tende improvvisate, cinghie di sicurezza per carichi. Oggi il motivo non cambia: la corda risulta indispensabile sul campo operativo proprio come nei contesti di bushcraft o outdoor.
Acqua, doccia e restringimento
Il materiale tollera perfettamente l’immersione. Alla prima bagnatura tende a contrarsi leggermente,poi rimane stabile. Molti artigiani preferiscono immergere la fune in acqua calda e lasciarla asciugare prima di intrecciarla, così da prevenire sorprese.
Sette scenari d’uso che fanno la differenza
Nella foresta, in montagna o in barca, il paracord assolve compiti impensabili. Viene impiegato nel primo soccorso per creare lacci emostatici d’emergenza, stecche, imbragature o perfino barelle improvvisate stendendo la fune a rete tra due rami robusti. In ambito alimentare si trasforma in lenza estraendo i sottili fili interni, oppure diventa la trama per una piccola rete da posta. Allo stesso modo,con una noose artigianale,si ottiene una trappola di sopravvivenza per conigli o scoiattoli. Servono un riparo? La corda regge il telo principale,lega i pali e assicura nodi resistenti anche con il maltempo. Nel settore delle riparazioni i trefoli sottili funzionano come filo da cucito per zaini e indumenti lacerati. Per accendere un fuoco si separano i capi interni e li si usa come esca,oppure si costruisce un bow-drill sfruttando la fune come cinghia.In ambito nautico il paracord lavora come cima d’ormeggio temporanea, cavo da traino o linea di salvataggio lanciata a chi è caduto in acqua.
Come sciogliere rapidamente l’intreccio
Alcuni modelli possiedono un nodo a sgancio rapido, altri richiedono un piccolo strumento: la punta di un coltello, un paio di forbici o qualche pinza servono a liberare le estremità fuse. Una volta sciolto,il bracciale offre tutta la lunghezza di cui si ha bisogno.











