In questi giorni di clausura, dove tutti siamo in casa eccetto chi è obbligato a muoversi per lavoro e motivi di salute, abbiamo ritrovato lo spirito della nostra Patria che latitava. E qui davvero poco c’entra la politica (non facciamoci manipolare), ogni popolo si riconosce da decenni sotto una bandiera, e noi siamo italiani.
Siamo quegli italiani spesso visti come popolo di serie B, se non peggio, fino a ieri divenuti “untori d’Europa“, portatori di un virus che è divenuto pandemia: il Coronavirus. Ma i virus non hanno mai avuto confini, anche quando non c’erano aerei, autostrade hanno percorso tutti i Continenti infestando le popolazioni e decimandole.
Siamo nel 2020, e siamo in grado di condurre una battaglia contro una pandemia tutti insieme, restando in casa e inneggiando alla nostra italianità. Ringraziando, una volta – forse – in decenni, la nostra Sanità Pubblica che sta salvando da morte certa migliaia di persone. E sono sopratutto gli operatori sanitari a pagare i maggiori contagi dalla pestilenza.
Medici, infermieri, operatori di ambulanze sono i più esposti al contagio nel dare aiuto agli ammalati.
Nel frattempo, siamo italiani e siamo fieri di esserlo. Vari Paesi europei hanno adottato il modello di difesa italiano contro il Coronavirus, ha iniziato la Spagna, ma seguiranno a catena tutti gli altri, nonostante le offese di nullafacenti che taluni ci hanno dato per la chiusura delle attività non di primaria importanza.
Siate fieri di essere italiani sempre, perché l’Italia è il Paese più bello al Mondo, con una storia ultra millenaria. Ma dopo questa esperienza ci dovremo dare da fare senza tentennamenti per mostrare chi siamo per davvero.
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