Il cuore fiducioso di un villaggio alpino
Nel minuscolo Gimmelwald, perla incastonata tra le vette della Svizzera centrale, la fiducia non è uno slogan, ma un’abitudine quotidiana. Lungo la ripida salita che conduce a Kilchstatt 746a, chi arriva a piedi o in funivia si imbatte in The Honesty Shop, un’originale bottega senza commessi né serrature, aperta ventiquattr’ore su ventiquattro.
Un emporio che vive di coraggio
Sulle mensole di questa piccola baita dal fascino vintage spuntano oggetti di ogni tipo: cartoline, romanzi di seconda mano, piccoli zaini colorati, magliette con messaggi a effetto, persino un frigorifero ricolmo di bibite ghiacciate. Tutto è etichettato con il prezzo, e la sola indicazione visibile recita in stampatello “Pay here“.
Pagamento in totale autonomia
Al centro del locale compare un tavolino su cui spiccano un paio di mini POS e una cassetta di metallo in stile vecchia Europa. Chi preferisce il contante infila le banconote nello sportellino, chi ama l’elettronico digita da solo l’importo sul terminale: 25 franchi svizzeri (circa 26 euro) per la t-shirt più richiesta, qualche moneta in meno per un libro usato. Nessun occhio elettronico, nessun allarme, solo fiducia.
Il test virale di un creator californiano
Il curioso meccanismo ha stregato Parkel Siedel,content creator originario della California,che ha deciso di documentare l’esperienza.Dopo aver acquistato la maglietta “Honesty = Freedom“, l’influencer ha voluto misurare il livello di lealtà locale lasciando tre banconote statunitensi in angoli diversi del negozio: due da un dollaro e una da cinque. Tornato il giorno seguente, ha trovato intatti i due biglietti da uno; la banconota da cinque, invece, non c’era più. Con tono divertito ha confidato ai follower un pizzico di delusione, promettendo: “Se il video supera i centomila like, apro un negozio identico a Los Angeles“.
Una comunità abituata alla lealtà
Per gli abitanti di Gimmelwald l’idea di un commercio basato sul rispetto reciproco non rappresenta affatto un’utopia. Il villaggio, raggiungibile soltanto tramite funivia o sentieri di montagna, vive di ritmi lenti e di un turismo consapevole che abbraccia la filosofia slow. Lo shop dell’onestà è divenuto un’attrazione fotografata da viaggiatori, trekker e amanti dei social, ma per i residenti resta soprattutto un simbolo di vita comunitaria.
Un’ispirazione che attraversa l’oceano
Sui social il dibattito è acceso: c’è chi vede nell’esperimento un romantico anacronismo, chi lo immagina esportabile nelle metropoli più caotiche, e chi scommette che altrove un simile progetto durerebbe poche ore. Nel frattempo, però, la piccola bottega continua tranquilla la sua rivoluzione silenziosa ai piedi delle Alpi Bernesi, invitando chiunque passi di lì a specchiarsi nella propria coscienza.












