
Jemma Louise Gough, trentotto anni, e la trentasettenne Jamie Lee Watkins lasciano Cwmbran, nel Galles del Sud, con il cuore leggero: davanti a loro c’è il live di Sonny Fodera alla nuovissima Co-op Live Arena di Manchester. La stanza doppia individuata su Airbnb, ottantatre sterline per una sola notte, recensita a cinque stelle quasi piene, sembra l’occasione perfetta per chiudere in bellezza la giornata.
Il messaggio che ha gelato l’entusiasmo
Poche ore dopo la conferma della prenotazione, le due amiche scrivono all’host per comunicare l’orario d’arrivo, aggiungendo un dettaglio innocente: “Arriviamo dal Galles“. Quella precisazione scatena la risposta più incredibile che potessero immaginare. sullo schermo appare soltanto: “Perché siete del GALLES”. Tutto in maiuscolo, nessuna spiegazione ulteriore, nessun accenno al concerto. La prenotazione viene cancellata e la somma rimborsata.
Jemma ammette che la mandibola “tocca il pavimento”, mentre Jamie, infermiera, sottolinea la violazione dell’Equality Act 2010 e tenta di dialogare. Dall’altra parte, però, resta solo quel laconico rifiuto.
L’immediata reazione della piattaforma
La proprietaria della casa,descritta online come “accogliente ed easy-going”,preferisce non commentare. Sulla piattaforma la sua stanza – valutazione media 4,97 – scompare temporaneamente, sospesa in attesa di chiarimenti. Un portavoce di Airbnb ribadisce che “qualsiasi forma di discriminazione, inclusa quella legata alla nazionalità, è vietata” e che il team di assistenza contatta subito Jemma e Jamie per offrire supporto.
Discriminazioni simili in tutto il mondo
L’episodio gallese non è affatto isolato. Negli ultimi anni, da Italia a Giappone, da Cina a Stati Uniti, fino all’Australia, alberghi, pensioni e perfino grandi catene finiscono nell’occhio del ciclone per aver respinto ospiti sulla base di nazionalità, etnia o semplice provenienza geografica.In trentino-Alto Adige una coppia israeliana si sente invitare a “disdire” il soggiorno con motivazioni politiche; a Tokyo una residente coreana viene rifiutata perché usa il proprio nome originale; lungo la Costa del New South wales un motel australiano deve versare un risarcimento dopo aver respinto due clienti asiatici. Anche negli Stati Uniti, il marchio Motel 6 finisce in tribunale quando emergono condivisioni illecite di dati degli ospiti latino-americani con le autorità di immigrazione.
La storia di Jemma e Jamie, dunque, si inserisce in un fenomeno globale che mostra quanto la strada verso una reale inclusività dell’ospitalità resti ancora lunga e tortuosa.












