Impatto immediato sulle piazze finanziarie europee
All’apertura di settimana, i listini del Vecchio Continente scivolano. L’Ibex 35 limita la flessione grazie alla spinta del comparto bancario. La notizia che Unione Europea e Stati Uniti introducono un dazio del 15 % sulla maggior parte delle merci provenienti da questo lato dell’Atlantico pesa sugli operatori, che ricalibrano le loro strategie.
Banche traino dell’Ibex 35 e dello Stoxx europeo
Il settore finanziario continua a mostrare muscoli. L’indice Ibex 35 Bancos aggiorna i propri massimi assoluti. Di riflesso, l’indicatore paneuropeo Euro Stoxx Banks (SX7E) mette a segno un balzo superiore al 200 % rispetto ai minimi del mercato orso targato 2022 e ora si trova su livelli che non si osservavano da Gennaio 2010. Titoli di peso come Santander, CaixaBank, Unicaja, Bankinter e BBVA ritoccano record storici, mentre Sabadell resta l’unico grande nome a non aver ancora oltrepassato l’apice di 3,56 euro fissato a inizio 2007.
Difesa europea sotto pressione
Il patto commerciale prevede un impegno da 600 miliardi di dollari destinati all’acquisto di materiale bellico statunitense. Il comparto aerospaziale e difesa del Vecchio Continente subisce una decisa presa di beneficio. Nel frattempo, oltreoceano, grandi nomi come L3Harris e Northrop Grumman toccano nuovi picchi storici con scambi vivaci. Ogni eventuale ritracciamento di queste blue chip,in ottica di medio periodo,appare come un’occasione per salire a bordo. Sul fronte opposto, l’indice Stoxx Aerospace & Defense trova un’area di sostegno robusta tra 2 200 e 2 300 punti, in corrispondenza dei massimi di Marzo e di un ritracciamento del 50 % dell’intero rally partito dai minimi di Aprile.in quella fascia il paniere tornerebbe appetibile.
Livelli tecnici chiave per euro dollaro
Il rapporto di cambio riflette al meglio il braccio di ferro economico fra Washington e Bruxelles. La sessione precedente all’intesa si conclude con l’euro a 1,1755 dollari. Venerdì la moneta unica scende fino a 1,1391. Il biglietto verde mette a segno un apprezzamento del 3 % rispetto all’euro ancor prima che il deludente rapporto occupazionale statunitense venga diffuso. Se si considera l’ascesa dell’euro dai minimi di Gennaio (1,0177) ai massimi del 1° Luglio (1,1830), un ritracciamento del 38,2 % proietta il cross a 1,12. Un arretramento del 50 % indirizza la parità a 1,10, mentre un 61,8 % di correzione la spingerebbe verso 1,08. Questi restano gli appoggi tecnici da monitorare nelle prossime settimane.












