
Chiunque metta piede in un salone di bellezza, a Milano come a Palermo, si ritrova quasi automaticamente immerso in un rituale fisso: due passaggi di detergente sui capelli.Non uno, non tre. Due. La consuetudine non nasce da un semplice vezzo estetico,bensì da un preciso principio chimico che ruota attorno ai tensioattivi,piccole molecole dall’enorme potere pulente.
Il ruolo dei tensioattivi nella pulizia
Queste molecole si animano a contatto con l’acqua: una parte si lega allo sporco, l’altra resta agganciata al liquido, creando una sorta di magnete capace di trascinare via sebo, polveri sottili e residui di prodotti. Nel primo lavaggio lo sporco viene smosso, ma non tutto lascia la cute; una parte, frammentata, si deposita di nuovo sulle lunghezze.
Il secondo passaggio che fa la differenza
Il secondo shampoo intensifica la carica elettrostatica dei tensioattivi. Lo sporco già staccato viene inglobato in micelle più stabili e, al risciacquo, scompare del tutto. Solo così il cuoio capelluto resta realmente pulito, mentre le ciocche acquistano leggerezza e brillantezza naturali che un solo lavaggio non consentirebbe di ottenere.
I fraintendimenti più comuni: dal no-poo agli eccessi di detersione
Negli ultimi anni in Europa si sono diffusi movimenti che spingono a eliminare lo shampoo o, al contrario, a moltiplicare i passaggi. Il primo estremo, noto come “no-poo”, predica l’uso esclusivo di acqua o ingredienti casalinghi come bicarbonato e aceto; l’altro invita a tre o quattro lavaggi consecutivi. Entrambe le correnti, secondo i professionisti del settore, trascurano l’equilibrio della cute: troppo poco detersivo non rimuove a fondo le impurità, troppo può irritare e seccare. La formula ottimale resta quella dei due shampoo, capace di rispettare la fisiologia del capello senza stressarlo.
Come ottenere a casa lo stesso risultato
Riprodurre l’efficacia del salone tra le mura domestiche è semplice, purché si seguano alcuni accorgimenti. Si comincia con un getto di acqua calda, intorno ai 35 °C, che apre delicatamente le cuticole. Una piccola dose di detergente va emulsionata fra le mani prima di sfiorare la cute con un massaggio leggero e circolare. Dopo il primo risciacquo, il secondo shampoo, distribuito con la stessa cura, genera una schiuma più fine: segno che la superficie del capello è libera da impurità. Si termina con un abbondante getto di acqua, finché le ciocche non danno quella sensazione di “scricchiolio” tipica della pulizia profonda. Solo allora si può applicare un balsamo, rigorosamente sulle lunghezze e mai sulle radici. In questo modo si replica l’effetto del professionista e si conservano nel tempo morbidezza, volume e lucentezza.











