
Il predominio delle stablecoin ancorate al dollaro si sta trasformando in un elemento di pressione sull’Eurozona. Se questi strumenti di pagamento digitali dovessero essere adottati su vasta scala,il ruolo internazionale della valuta statunitense si rafforzerebbe proprio all’interno dei confini comunitari,mentre il margine d’azione della Banca Centrale europea verrebbe eroso. L’ingresso delle monete stabili nei circuiti di pagamenti, rimesse, transazioni transfrontaliere e e-commerce, già sposato da colossi come Visa e Mastercard, sta aprendo scenari inediti: i depositi in stablecoin possono rendere interessi, e le piattaforme di finanza decentralizzata iniziano a usarle per regolare operazioni che, fino a ieri, passavano solo dalle banche tradizionali.
Cos’è davvero una stablecoin
A differenza di bitcoin ed ether, asset privi di valore intrinseco, le stablecoin fungono da equivalente monetario su blockchain, sono liquide, si trasferiscono in pochi secondi da un continente all’altro e, soprattutto, puntano a mantenere un valore costante agganciato a una valuta tradizionale. In un mercato che oggi vale circa 227 miliardi di euro, quelle legate al dollaro coprono il 99 % della capitalizzazione complessiva; le versioni denominate in euro non superano i 350 milioni. Gli analisti prevedono una crescita che potrebbe spingere il comparto fino a 2 000 miliardi di dollari entro la fine del 2028.
L’occasione per l’Europa
Per Jürgen Schaaf, consulente per le infrastrutture di mercato presso la BCE, ignorare il fenomeno equivarrebbe a lasciare campo libero a interessi extraeuropei. Un sostegno mirato alle stablecoin in euro, purché sorrette da regole severe e da un’architettura di rischi ben presidiata, consentirebbe di rafforzare il peso internazionale della moneta unica. Il nuovo regolamento MiCA fornisce già un quadro normativo chiaro, capace di attrarre operatori e capitali verso il Vecchio continente. Se a ciò si sommano investimenti in infrastrutture digitali e innovazione monetaria, l’area dell’euro può aspirare a proporre un’alternativa solida all’attuale egemonia del biglietto verde.
Il ruolo dell’euro digitale
Il progetto di euro digitale nasce anche con l’obiettivo di ridurre la dipendenza dai sistemi di pagamento controllati da entità americane. Il futuro strumento della BCE potrebbe convivere con le iniziative private, creando un ecosistema in cui cittadini e imprese scelgano la soluzione più adatta, senza doversi affidare a reti che privilegiano il dollaro.
Rischi sistemici e divergenze normative
Un crollo disordinato di una grande stablecoin avrebbe ripercussioni dirette sulla stabilità finanziaria, e il rischio di contagio preoccupa tutte le banche centrali. La differenza di approccio tra la disciplina europea del MiCA e la più permissiva legge statunitense sul tema alimenta ulteriori tensioni: un arbitraggio normativo potrebbe spingere capitali verso giurisdizioni con controlli meno stringenti, indebolendo la sovranità monetaria delle economie emergenti e, in prospettiva, quella dell’Unione Europea stessa.
Una finestra di opportunità
Il sostegno politico già espresso da Washington alle stablecoin fornisce agli Stati Uniti un vantaggio strategico: finanziare il debito pubblico a costi inferiori e consolidare la propria influenza globale. per l’Europa si apre dunque un bivio.Agire ora, sfruttando la cornice del MiCA e la spinta innovativa delle valute digitali, permetterebbe all’euro di ritagliarsi un ruolo centrale nel nuovo panorama finanziario nato dall’incontro fra tecnologia e moneta.












