
Rilassata sulla spiaggia lucana di Marateale, Micaela Ramazzotti trascorre lunghe ore in acqua con un gruppo di adolescenti infaticabili, tra cui la figlia e le due figlie del compagno Claudio Pallitto. Lei confida di sentirsi serena, di vivere una fase finalmente più “scialla”, come le ragazze amano dire. Il festival diretto da Nicola Timpone la premia nella serata conclusiva, e quel riconoscimento diventa quasi un pretesto per godersi un meritato riposo.
Allenamenti da rocky nel cuore verde di roma
Per preparare La guerra di Elena, opera prima di stefano Casertano, l’attrice affronta sessioni di allenamento quotidiane nel Parco della Caffarella a Roma. Sotto pioggia o sole, il personal trainer d’eccezione – il fidanzato Claudio – la sprona con esercizi outdoor che ricordano il celebre montaggio di rocky Balboa. A tutto questo si aggiunge un intenso studio del giudaico romanesco, dialetto quasi scomparso che le causa notti insonni; impararlo diventa un’impresa così ardua da farla “ammalare”, racconta lei stessa con ironia.
Elena di porto, ribelle e coraggiosa
leggendo la sceneggiatura, Micaela si innamora della figura di Elena Di Porto: selvaggia, generosa, pronta a sfidare i nazisti per difendere il Ghetto di Roma. Indossa i pantaloni quando non si usano, pratica la boxe nelle trattorie del Portico d’ottavia, abbandona il marito in un’epoca senza divorzio.Una “testa calda” che entra ed esce dal Santa Maria della Pietà, ospedale psichiatrico romano, tanto è diversa da tutto e tutti. L’attrice sottolinea quanto desiderasse da tempo interpretare un femminile meno fragile e problematico rispetto alle figure che l’hanno resa celebre.H4 – la sala umberto applaude paola minaccioni
Sul palcoscenico della Sala Umberto di Roma,lo stesso personaggio trova nuova vita con Paola Minaccioni. Micaela assiste allo spettacolo e applaude la collega, confessando di essersi emozionata di fronte a “Elena la matta”.
Il sogno di una premiere alla festa di roma
Con il cast che comprende Valerio Aprea e Giulia Bevilacqua, il film sembra destinato alla Festa di Roma. La data simbolica del 16 ottobre, anniversario della razzia nazista nel ghetto, rende ancora più forte il desiderio di presentarlo in quella cornice. per Micaela, i festival sono fondamentali: lo ricorda con gratitudine quando evoca Venezia e la sezione Orizzonti, che ha accolto il suo debutto da regista.
Felicità, tra autostima e pregiudizi infranti
L’esordio dietro la macchina da presa, Felicità, porta con sé una “botta” di fiducia. Girare il film esattamente com’era nella sua mente – con Max Tortora e Anna Galiena – diventa un atto liberatorio. Notti insonni, preparazione maniacale, rispetto per tutti sul set: l’opera finita rompe il pregiudizio che, a suo dire, aleggiava su di lei.
Famiglia, social e smartphone nel cassetto
dopo la separazione da Paolo Virzì, la vita familiare continua con attenzione educativa verso i figli. Micaela è severa sui social: li considera destabilizzanti e impone pause obbligatorie, relegando lo smartphone in un cassetto quando l’uso diventa eccessivo. Riconosce che, crescendo, sarà difficile mantenere questa regola, ma insiste sull’importanza di restare genitori presenti.
Registe italiane e sorellanza possibile
Sul fronte dell’empowerment femminile, constata che la strada è ancora in salita: alla prossima Venezia, nessun film in concorso porta la firma di una donna, benché a Orizzonti compaiano Cavalli e Samani. Ricorda con entusiasmo i lavori di Valeria Golino, Paola Cortellesi e Francesca Comencini. Lei stessa ammette di essere un “lupo solitario”, ma rivela l’amicizia intima con una direttrice della fotografia. La prossima regia, una psicoterapia condivisa
Idee e appunti per un nuovo film sono già sulla scrivania; dopo l’estate, Micaela si dedicherà alla sceneggiatura con un team di autrici. Lavorare tra donne le sembra quasi una seduta di psicoterapia collettiva, che l’aiuta a esprimere liberamente la creatività. Autunno tra set top secret e nuovi orizzonti
In autunno arriveranno due progetti da interprete, ancora coperti dal riserbo.Fra poco,però,il pubblico potrà vederla trasformarsi in Elena Di Porto,guerrigliera del Ghetto di Roma,in attesa di scoprire quale sorpresa la sua seconda regia riserverà al cinema italiano.












