
Un simbolo identitario custodito oltreoceano
La biga etrusca di Monteleone di Spoleto,capolavoro senza eguali nello studio delle antiche civiltà italiche,è conservata al Metropolitan Museum of art di New york.Il reperto fu scoperto casualmente nel 1902 da un contadino nella tomba di un notabile sabino; fu poi venduto per una somma irrisoria e,passando di mano in mano,arrivò prima a Parigi e successivamente negli Stati Uniti. Da oltre vent’anni il comune umbro sostiene che l’esportazione, avvenuta tra il 1902 e il 1903, aggirò la normativa italiana dell’epoca.
Il ruolo del ministero della Cultura
Una videoconferenza tra i rappresentanti della direzione generale Archeologia, belle arti e paesaggio del ministero della Cultura e l’ente locale si è tenuta nelle scorse ore. Durante l’incontro, il ministero affianca ufficialmente il Comune di Monteleone di Spoleto nella richiesta diplomatica di restituzione. La sindaca Marisa Angelini riferisce che la scelta dà seguito alle decisioni assunte dal Comitato per il recupero e la restituzione delle opere italiane dall’estero, riunitosi il 10 giugno.
La strategia legale e diplomatica
Il Comitato, che coinvolge diversi organismi statali, compresa l’Avvocatura dello Stato, ha deliberato di sostenere l’azione del Comune. I funzionari del servizio IV della direzione generale confermano un indirizzo unanime: avviare azioni congiunte e diplomatiche per ottenere la restituzione volontaria della biga.L’avvocato italo-americano Tito Mazzetta, da anni accanto al Comune, ha espresso grande soddisfazione per l’autorevole appoggio ricevuto.
Documenti storici e cattiva fede nell’acquisizione
Un’attenta disamina dei materiali d’archivio forniti dal Comune di Monteleone di Spoleto evidenzierebbe la cattiva fede al momento dell’acquisizione del reperto, considerato di valore identitario. Tali documenti, secondo la sindaca, possono diventare la chiave per convincere il museo statunitense a restituire il manufatto.
Parole della sindaca
«Oggi viviamo un momento storico: la diplomazia culturale può finalmente riscrivere una pagina di giustizia,riportando a casa un simbolo insostituibile della nostra storia»,sottolinea Marisa Angelini.












