Il primo sorso: quando la birra dialoga con la gente
Entrare in un pub di Irlanda significa varcare la soglia di un piccolo teatro dove ogni pinta diventa pretesto per una chiacchiera, un racconto, un’amicizia nuova. La crema densa che galleggia sulla birra è lo stesso filo sottile che cuce insieme le vite di chi sta dietro al bancone e di chi resta seduto accanto al camino.
Camini accesi, tetti di paglia e note folk
Chi desidera un balzo indietro nel tempo trova pace al Crosskeys Inn, nella contea di Antrim. Il locale, tra i più antichi dell’intera Isola di Smeraldo, conserva un tetto di paglia e travi annerite dal fumo che raccontano secoli di serate trascorse a suonare il violino. Un altro tempio della tradizione è il De Barra’s Folk Club di Clonakilty, nella contea di cork: le pareti tappezzate di ricordi e gli strumenti appesi accolgono musicisti da ogni angolo del pianeta. Pochi chilometri più a ovest, sulla costa atlantica, il nome O’Connors Famous Pub fa scintillare la memoria di chi ha visto il videoclip “Galway Girl” firmato da Ed Sheeran.
Silenzio ovattato o chiasso allegro? Una pinta per ogni umore
Non tutti i locali irlandesi vibrano di festa continua. Nel cuore di Belfast il Crown Bar mostra soffitti vittoriani e nicchie di legno con porticine che proteggono confidenze e risate soffuse. A Dublino lo stesso fascino raccolto si respira al The Palace Bar, luogo prediletto dagli artisti che popolano il vicino quartiere degli editori. Verso ovest, a Galway, il Tigh Neachtain custodisce un’anima simile, fatta di luci basse e tavoli consumati. se invece l’orizzonte marino è ciò che si cerca, il Tigh Ned sull’isola di Inis Oírr, la più piccola delle Aran, serve la schiuma in gaelico davanti a un panorama di onde e scogli. Anche lo Smugglers Creek Inn nella contea di Donegal e il Curragower Bar affacciato sul Fiume Shannon a Limerick accompagnano il sorso con cartoline naturali che mutano colore a ogni tramonto.H3 – Pagine ingiallite, inchiostro e luppolo
Gli scrittori dell’Irlanda non potevano che trovare rifugio tra tavoli appiccicosi e risate sommesse. james Joyce amava il Davy Byrne’s, tanto da citarlo nell’Ulisse; il poeta Patrick Kavanagh preferiva il Bailey, mentre Jonathan Swift era di casa al Brazen Head, il più antico pub di Dublino. A Belfast, il John Hewitt – dedicato al poeta omonimo – offre sedici spine di birra artigianale, ideali per chi sfoglia un libro, abbozza un verso o riempie un taccuino.
Non solo birra: whiskey, pelletteria e giochi da tavolo
Sulla Wild Atlantic Way, nel borgo di Dingle, il Dick Mack’s unisce tre passioni sotto lo stesso tetto: un microbirrificio profumato di malto, un laboratorio di pelletteria dove si respira cuoio fresco e una raccolta di whiskey capace di far impallidire un intenditore. Nel cuore di Dublino esiste perfino un pub analcolico, il Board, che mette in fila oltre duecento giochi da tavolo e una carta completa di birre a zero alcol, a dimostrazione che la convivialità non ha bisogno di gradazione.
Vento del nord, onde e ascolti in cuffia
Tra una sessione di surf sulle spiagge di Donegal e una camminata fra le scogliere del Mayo, vale la pena lasciarsi accompagnare dal podcast “Due per Trek!”, un racconto scanzonato di viaggi surreali, folletti dispettosi e cieli attraversati dall’aurora boreale.Le cuffie calzano a pennello mentre si scende verso Derry lungo strade che costeggiano brughiere color porpora.
Un brindisi che non conosce stagioni
Sedersi in un pub, che sia nel caos metropolitano di Dublino o su uno scoglio battuto dall’oceano, significa partecipare a uno dei rituali più radicati dell’Irlanda. La stessa parola che di solito chiude la serata,“Sláinte!”,sa di benedizione antica e rimbalza di tavolo in tavolo,promettendo incontri destinati a diventare storie.













