Omaggio a Sergio Vacchi: sogno mediterraneo a Capodimonte
Introduzione
Nel cuore di Napoli, le sale del Museo e Real Bosco di Capodimonte ospitano “Sogno mediterraneo“, esposizione che, fino al 27 gennaio, riunisce tele realizzate tra il 1959 e il 2006 dall’artista bolognese Sergio Vacchi.Un artista tra Emilia, Toscana e Campania
Nato a Castenaso il 1° aprile 1925 e scomparso a Siena il 15 gennaio 2016, Vacchi risulta bolognese per nascita ma napoletano per indole. dall’informale e dal naturalismo egli approda a un linguaggio inconfondibile, ricco di rimandi storici, mitologici e sociali, che elude ogni etichetta di scuola.
Il legame con la città partenopea
A sessant’anni dal suo debutto nel capoluogo campano, la rassegna ribadisce l’intesa profonda tra l’artista e la città. nel 1965, anno di svolta per la scena contemporanea locale, la Galleria Il Centro accoglie il ciclo “Adamo ed Eva in Italia”, momento che testimonia il ritorno alla figura. Nello stesso periodo Lucio Amelio apre la Modern Art Agency e Marcello Rumma avvia la propria attività, favorendo il clima innovativo in cui Vacchi si inserisce.
Le opere in mostra
Sei imponenti tele scandiscono il percorso.
“Primo memoriale organico” (1959) evoca l’impeto di una colata vulcanica.
In “per un volto del paesaggio” (1962) il protagonista diventa il sole, che abbaglia e trasfigura la veduta.
”la telefonata di marmo” (1966) e “L’amante di Federico II di Hohenstaufen” (1966) intrecciano archeologia, mare e storia della regione.
con “Iter itineris secondo” (2005) un gregge tinto di rosso plana su una costa brulla, mentre un tempio greco appare in lontananza.
Chiude “Della Melancholia Seconda“,omaggio all’ultima cena leonardesca: figure zoomorfe circondano una mano che indica il cielo.
Collezionisti illustri e immagini iconiche
Tra i più devoti estimatori compaiono Sophia loren e Carlo ponti, possessori di oltre cento dipinti dell’artista. Nel catalogo e lungo il tragitto espositivo spicca la celebre fotografia scattata da Dan Forer nel 1967, che ritrae la diva accanto a uno dei ritratti firmati Vacchi.
La voce della Fondazione
La presidente della Fondazione Vacchi,Marilena Graniti Vacchi,ribadisce che “Napoli rivela il Sogno Mediterraneo dell’artista,universo pervaso di storia,memoria,profezia e mistero”.
Bibliografia e saggio introduttivo
Il catalogo, pubblicato da Forma, si apre con il contributo di Eike Schmidt “Da Adamo ed Eva a Federico II di Hohenstaufen Sergio vacchi a Napoli 1965-1967”, testo che evidenzia il ruolo decisivo dell’artista nel rinnovamento culturale partenopeo e il dialogo con il panorama odierno.













