
Un palco di stelle tra piramidi e sabbia
Uno show durato ore, tra coreografie, brani musicali, acrobazie di luce e spettacolari fuochi d’artificio, ha celebrato l’inaugurazione del Grand Egyptian Museum.A pochi passi dalle piramidi di Giza, appena due chilometri più in là, la passerella che ora collega i due siti si è trasformata in un’enorme scenografia all’aperto. In platea, accanto al presidente Abdel Fattah al Sisi, sedevano una quarantina di sovrani e capi di governo.
Il gioiello dell’Antico Egitto trova casa
Con i suoi 500 mila metri quadrati, l’edificio ha sottratto al Louvre il primato di spazio espositivo, pur essendo dedicato a un’unica civiltà. Oltre 100 mila reperti raccontano l’Antico Egitto e, per la prima volta, l’intero tesoro di Tutankhamon è stato ricongiunto dopo anni di divisione tra Il Cairo e Luxor. L’obiettivo dichiarato è attirare circa 5 milioni di visitatori l’anno soltanto nel museo, contribuendo al traguardo nazionale dei 18 milioni di turisti entro dicembre.
Italia presente con cultura e diplomazia
Per l’Italia ha presenziato il ministro della Cultura Alessandro Giuli, mentre la premier Giorgia Meloni ha rinunciato poco prima dell’evento. Giuli ha parlato di «scrigno che esalta la magnificenza egizia» e ha ricordato la lunga amicizia culturale tra i due Paesi. Tra gli ospiti italiani è stato notato anche Matteo Renzi,invitato in virtù dei suoi rapporti con il mondo arabo.
Leader, reali e un ponte sul Mediterraneo
L’invito di Al Sisi aveva raggiunto circa cinquanta personalità internazionali. Sono giunti al Cairo il presidente libanese Joseph Aoun, il principe ereditario del Bahrein, il capo del Consiglio presidenziale libico Mohamed al Menfi, i presidenti di Kenya, Azerbaigian, Gibuti, Cipro e Armenia. Per la Palestina era presente Abu Mazen. Gli Stati Uniti hanno delegato il consigliere Mossad Boulos, mentre il Giappone, finanziatore del progetto con circa 760 milioni di dollari, era rappresentato da Akihiko Tanaka, numero uno dell’agenzia nipponica per la cooperazione internazionale.
Da progetto a realtà dopo vent’anni di sfide
La posa della prima pietra risale al 2002, sotto la presidenza di Hosni Mubarak. Turbolenze politiche, conflitti e la pandemia hanno rallentato i lavori, ma il governo attuale rivendica il merito di aver portato a termine l’opera. Nelle sale non trovano posto soltanto reperti: laboratori d’avanguardia e spazi dedicati al restauro renderanno il museo un punto di riferimento per gli studiosi di tutto il mondo. Al termine dello spettacolo, dignitari e invitati hanno esplorato in anteprima le gallerie che apriranno al pubblico lunedì 4 novembre.












