
Tra i colori del foliage e il profumo di resina
Quando l’aria si fa più fresca e le faggete del Monte Faito si tingono di rame e oro, il sentiero che collega Vico Equense alla vetta offre un quadro quasi irreale. Da una parte scintilla il Golfo di Napoli, con il profilo del Vesuvio che si staglia contro il cielo, dall’altra il Golfo di Salerno si distende in un bagliore d’argento. Il paesaggio, visto dall’alto, sembra un doppio orizzonte di mare e nuvole che scorre veloce sopra le creste.
La montagna che abbraccia la Penisola sorrentina
Il nome Faito nasce dai faggi che tappezzano ogni versante e che, in questa stagione, regalano uno dei più spettacolari spettacoli di foliage del Sud. Tra tronchi secolari affiorano grotte carsiche e balconi naturali; da quei punti lo sguardo abbraccia Capri, ischia e, nelle giornate più limpide, perfino la linea lontana del Cilento.La montagna funge da bastione verde che protegge la Costiera Amalfitana, un vero ponte di roccia e bosco fra due mari.
Il sentiero dall’antico borgo al santuario
Il tracciato classico prende le mosse da Massaquano, frazione di Vico Equense, e risale per circa sette chilometri con un dislivello moderato. In media occorrono due o tre ore, ma il tempo scivola via fra soste fotografiche, soste di respiro e soste di meraviglia. Lungo la salita, edicole votive, vecchie fontane e croci in pietra ricordano che questo era prima di tutto un itinerario di devozione. Ogni passo conduce verso il Santuario di San Michele Arcangelo, incastonato a quota 1.300 metri in una cavità di roccia dove, secondo la tradizione, l’Arcangelo apparve ai pastori locali.
Dalla croce di Faito lo sguardo corre oltre il Cilento
Poco sotto la vetta, una breve deviazione porta alla Croce di faito, punto panoramico che regala una visuale a trecentosessanta gradi. nelle giornate terse si distinguono chiaramente la sagoma di Procida, le colline di Ischia e la costa che degrada verso il Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano. L’altitudine smorza la calura estiva: in autunno le temperature si mantengono intorno ai 15-18 °C, ideali per camminare senza affanno.
Autunno di castagne nei borghi costieri
Scendendo di nuovo verso la valle, i piccoli centri di Vico Equense e Moiano accolgono i viaggiatori con profumi di caldarroste, mostre di funghi porcini e bancarelle di miele millefiori raccolto sui pendii circostanti. Le sagre dedicate alle castagne animano le piazze, mentre le osterie servono zuppe di legumi e pasta fresca con sugo di nocciole tostate.
Un cammino dell’anima oltre l’escursionismo
Percorrere il Cammino dell’Angelo significa lasciarsi guidare da un ritmo lento, quasi meditativo. Il fruscio delle foglie,il canto distante di una campanella di bestiame,il silenzio che avvolge la grotta sacra trasformano la salita in un’esperienza di ascolto interiore.Una volta giunti davanti all’altare bianco del santuario, la vista sconfinata sul mare e il profumo fresco di pietra e incenso fanno percepire la montagna come un antico custode di fede e memoria, sospesa tra cielo e acqua.












