
Equilibrio necessario tra campo e monitor
Il tecnico Antonio Conte ribadisce che «si deve avere fiducia nell’operato degli arbitri» e, senza entrare in dettagli su singoli episodi, sottolinea che ogni polemica finisce per confondere l’intero sistema. L’allenatore invita a non alzare polveroni: «Meglio lasciar lavorare in pace i direttori di gara», afferma mentre evidenzia l’urgenza di basi più solide nel calcio italiano, altrimenti «al primo soffio di vento tutto vacilla».
La pressione degli 80 mila sugli occhi del direttore di gara
Conte ammette di «faticare» quando rivede un arbitro richiamato al monitor. Il passaggio dalla decisione in campo alla revisione al Var porta con sé, a suo dire, la sensazione di doversi adeguare allo sguardo di 80 000 spettatori. Spesso, rimarca, «la scelta iniziale era già corretta», ma il richiamo induce il direttore di gara a cambiare orientamento.
Collaborazione sì, ma nella maniera giusta
per l’allenatore serve «più collaborazione», purché venga messa in atto «nel modo corretto». Chi opera nella cabina del Var deve attivare il collega sul terreno di gioco solo quando l’errore è evidente,evitando richieste che trasformino la tecnologia in una fonte di ulteriore tensione. «Restiamo uniti», conclude Conte, «perché solo così il nostro movimento potrà davvero migliorare».












