
Tra storia e religione si spiega la scelta di un pasto minimo
Nei Paesi Bassi il pranzo esiste, ma lo si vive in modo radicalmente diverso rispetto all’Italia. Il retaggio di una nazione di marinai, mercanti e agricoltori dell’Ottocento impone che il lavoro abbia sempre la precedenza. Una pausa estesa viene considerata un lusso. Pane, burro e formaggio diventano quindi il sostegno perfetto: poco costoso, pratico, nutriente. L’etica calvinista aggiunge un ulteriore tassello. Il culto della sobrietà respinge qualsiasi eccesso,anche a tavola. Concedersi solo pochi minuti per un boccone rapido viene ritenuto virtuoso e continua a modellare la quotidianità alimentare olandese.
Nelle aziende olandesi la pausa dura pochi minuti
Gli uffici di Amsterdam, Rotterdam e del resto del territorio scelgono l’orario continuato. I negozi non abbassano la serranda e i dipendenti interrompono il lavoro appena il tempo necessario per un sandwich o, al massimo, per riscaldare una zuppa. I colleghi si ritrovano in cucinotti comuni, scaldano acqua, tagliano il pane e, in un batter d’occhio, tornano alla scrivania. Il pranzo rimane un momento funzionale, non un rito conviviale come accade lungo la Penisola Italiana.
Scuole senza mensa e panini nello zaino
La stessa logica percorre le aule scolastiche. In Olanda i bambini arrivano con il loro “broodtrommel”, la scatola per il pane. All’interno, quasi sempre, trovano due fette di pane farcite, un frutto e magari uno yogurt da bere. La mensa, figura centrale nel sistema educativo italiano, qui non esiste. L’orologio scandisce la pausa di mezzogiorno, e in un quarto d’ora gli alunni consumano il pasto, poi tornano subito alle lezioni.
L’esperienza di una italiana che si adegua
La content creator Denise Cirino, trasferita nei Paesi Bassi da diversi anni, conferma che gli abitanti pranzano eccome, ma lo fanno ”alla loro maniera”. Lei stessa, dopo un iniziale spaesamento, adotta gradualmente la consuetudine locale. A mezzodì si accontenta di qualcosa di freddo e veloce; la sera,invece,stende in tavola un pasto più ricco. Racconta che non le pesa minimamente e, anzi, dice di trovarsi in perfetta sintonia con i ritmi sociali e lavorativi del luogo, dove colazione e cena assumono il ruolo di protagoniste della giornata alimentare.












