
Una gemma fuori dal tempo nel nord dell’Umbria
avvicinandosi a Città di Castello, lo sguardo incontra immediatamente le dolci ondulazioni della Valle del Tevere; in quell’abbraccio di verde si cela un centro urbano che, lontano dalle rotte più battute, preserva un’anima colta e un ritmo placido. Le antiche mura cinquecentesche delineano un intreccio di viuzze in cui ogni pietra sussurra vicende di nobiltà, mentre il suono dei passi riecheggia tra archi, cortili e logge.
Nel cuore di pietra: piazze, torri e cattedrali
Pochi passi bastano per raggiungere piazza Gabriotti, spazio scenografico in cui convivono il severo Palazzo dei Priori, la solenne Cattedrale dei Santi Florido e Amanzio e la svettante Torre Civica del XIII secolo. Dal filo di ferro della torre lo sguardo scivola sui tetti colour terracotta e sulle distese di campi che sfumano all’orizzonte.Il Duomo, dedicato ai patroni locali, fonde con armonia linee romaniche e tocchi rinascimentali; accanto, il Museo del Duomo protegge preziose tele di Pinturicchio e Rosso Fiorentino, testimoni della raffinatezza culturale che pervade tutta la zona.
Pinacoteche e palazzi: l’incanto delle tele di Raffaello
L’anima raffinata della città emerge in maniera potente attraversando il cortile di Palazzo Vitelli alla Cannoniera. Qui, la Pinacoteca rivela un tesoro di capolavori: dipinti di Luca Signorelli, opere di Pomarancio e, soprattutto, lo straordinario Stendardo della Santissima Trinità firmato da Raffaello. La luce soffusa delle sale amplifica la bellezza di ogni tela, mentre il profumo antico del legno racconta ancora il fasto dei mecenati rinascimentali.
Dialogo tra antico e contemporaneo: la firma di alberto Burri
Oltre le mura, l’arte non si ferma. Negli ambienti un tempo destinati all’essiccazione del tabacco, oggi trasformati negli Ex Seccatoi, le opere monumentali di Alberto Burri giocano con combustioni e plastiche industriali. L’esperienza prosegue all’interno di Palazzo Albizzini, dove la Fondazione Burri lascia che ferro, cellotex e catrame diventino materia poetica, aprendo un confronto emozionante tra avanguardia e memoria.
La tradizione che resiste: artigianato e saperi antichi
Passeggiando lungo Corso Vittorio Emanuele, si entra nella storica Tipografia grifani-Donati: i torchi dell’Ottocento, ancora perfettamente funzionanti, imprimono su carte pregiate caratteri che odorano di inchiostro e passione. Poco più in là, il Museo di Tela umbra riporta alla luce la tessitura a mano, con telai in legno, fibre naturali e gesti lenti che parlano di pazienza e poesia.
Oltre il centro: colline, terme e castelli
Appena fuori dal perimetro urbano si apre un paesaggio ondulato in cui oliveti, vigneti e campi di grano disegnano strade panoramiche ideali per chi ama muoversi in bicicletta. La Ciclovia del Tevere segue il corso del fiume tra antichi mulini, pievi isolate e borghi dal fascino intatto come Montone, Anghiari e Pieve de’ Saddi.Chi preferisce il relax trova ristoro alle Terme di Fontecchio, frequentate fin dall’età romana, mentre chi aspira a perdersi tra architetture rinascimentali può raggiungere Castello Bufalini, raffinata residenza circondata da giardini geometrici che ricordano, in miniatura, la grandiosità di Versailles.
Sapori autentici e ritmo lento
Nelle osterie affacciate sui vicoli, il profumo di tartufo bianco si mescola a quello dei salumi stagionati; i vini delle colline umbre raccontano storie di vendemmie antiche, mentre l’olio extravergine sgorga dorato da frantoi che custodiscono segreti tramandati di generazione in generazione. Qui, il tempo sembra dilatarsi: una chiacchiera con il bottegaio, un assaggio di formaggio pecorino, un calice di Sagrantino sorseggiato al tramonto tra le mura medievali, diventano momenti di pura contemplazione.
La sorpresa di un’Umbria riservata
Scoprire Città di Castello significa immergersi in un’Italia discreta e raffinata, dove il Rinascimento abbraccia la contemporaneità e la natura definisce il perimetro di ogni esperienza. Ogni vicolo, ogni tela, ogni declivio collinare invita a rallentare, ad ascoltare il silenzio carico di storia, a lasciarsi trasportare da un’eleganza che non ha bisogno di ostentare per lasciare il segno.











