
Il fenomeno su RaiPlay
Da alcuni giorni RaiPlay vede scalare la sua classifica da Lonely Hearts, pellicola del 2006 che ora siede al sesto posto tra i titoli più visti. Il pubblico italiano sceglie questa storia perché unisce l’eleganza del noir alla potenza di una cronaca nera realmente avvenuta negli Stati Uniti negli anni Quaranta.
Un intreccio nato da fatti reali
Il regista Todd Robinson si ispira al caso dei cosiddetti “killer dei cuori solitari”. Il suo racconto mostra come un amore distorto possa trasformarsi in un vortice di truffe e omicidi. La narrazione rimane fedele alla dimensione storica, ma opta per una messa in scena sobria, capace di far emergere la tensione psicologica più della semplice spettacolarità.
I protagonisti: Travolta, Leto e Hayek
Al centro della vicenda si trova il poliziotto Elmer C. robinson, interpretato da John Travolta. L’uomo porta il peso del suicidio della moglie e, quando una donna viene scoperta senza vita nella vasca da bagno, il dolore personale diventa la molla che lo spinge a tuffarsi nell’indagine. Accanto a lui si muove il collega Charles Hildebrandt, reso con intensa umanità da James Gandolfini.
La coppia Fernandez-beck e il loro gioco letale
Le ricerche conducono i detective a Raymond Fernandez e Martha Beck, incarnati rispettivamente da Jared Leto e Salma Hayek. Lui seduce donne sole sfruttando le rubriche per cuori solitari dei quotidiani. Lei, infermiera consumata dalla gelosia, è disposta a tutto pur di non perdere l’uomo che ama. All’inizio sottraggono denaro con l’inganno. L’avidità però si fonde con un desiderio patologico di possesso e la truffa scivola verso il sangue. Ogni vittima diventa simultaneamente bottino e sacrificio, sigillando il loro patto perverso.
Un successo legato alla tensione psicologica
Gli spettatori di RaiPlay cercano trame intense e “Lonely Hearts” offre esattamente questo. La regia mantiene un tono essenziale, evita effetti superflui e punta sugli sguardi, sulle pause, sulle crepe interiori dei personaggi. La scelta di narrare senza clamore rende il film più realistico e, di conseguenza, più disturbante.












