Il segreto delle sfumature nelle bolle di sapone
Come la pellicola liquida modella la luce
Una sottile membrana racchiusa fra due strati di sapone avvolge un velo d’acqua spesso appena pochi milionesimi di metro, circa un decimo dello spessore di un capello. Questa barriera fluida rimane tesa grazie alla tensione superficiale e si chiude in una forma sferica che trattiene l’aria. Quando il Sole illumina la bolla, la stessa pellicola diventa un palcoscenico che trasforma la luce bianca in un caleidoscopio di colori.
Interferenza luminosa il cuore dello spettacolo
Il raggio che proviene dal Sole incontra prima la faccia esterna della pellicola, riflettendosi; poi prosegue, attraversa lo strato d’acqua e si riflette di nuovo nella superficie interna. I due fasci viaggiano per distanze lievemente differenti, si ricongiungono all’esterno e si sommano oppure si cancellano a vicenda. L’incontro in fase genera tonalità più brillanti, quello fuori fase le fa scomparire. Poiché ogni colore possiede la propria lunghezza d’onda, la tavolozza visibile muta in base allo spessore del film liquido e all’angolo di incidenza.
Il costante mutare dei colori
La gravità trascina verso il basso le molecole d’acqua mentre l’evaporazione e minuscole correnti d’aria ridisegnano di continuo lo spessore della pellicola: dove la membrana si ispessisce emergono nuance a lunghezza d’onda maggiore,per esempio verde e blu; laddove si assottiglia dominano tinte più calde come rosso e giallo.Il risultato appare come un mosaico cangiante che scorre senza sosta sotto lo sguardo dell’osservatore.
Quando la bolla diventa un piccolo arcobaleno
Se lo spessore scende al di sotto di circa 400 nanometri, la luce non riesce più a creare interferenze visibili e la superficie assume un’ombra scura: è il segnale che la bolla sta per cedere, incapace di reggere la pressione interna. Basta una modesta miscela di acqua,detersivo per piatti e un filo di glicerina per far nascere bolle più resistenti,capaci di mostrare con maggiore evidenza l’iridescenza. Chi le guarda assiste così a un arcobaleno in miniatura, un’esibizione spontanea della fisica che rivela la meraviglia celata negli oggetti quotidiani.