
Giovinezza segnata da un successo fulminante
Sabato 25 ottobre,all’età di 70 anni,si è spento a Stoccolma Björn Andrésen,musicista e interprete ricordato in tutto il mondo per il ruolo di Tadzio in “Morte a Venezia“,pellicola del 1971 diretta da Luchino Visconti e tratta dal romanzo di Thomas Mann del 1912. Quando il film debuttò, il regista descrisse il quindicenne björn come “il ragazzo più bello del mondo”, definizione che in breve tempo lo trasformò in un’icona planetaria.
Il soprannome che divenne un fardello
Quell’etichetta, tanto luminosa quanto ingombrante, accompagnò l’artista per decenni.In numerose interviste, l’attore spiegò quanto si fosse sentito “un animale esotico in gabbia”, prigioniero di un’immagine esteriore che spesso oscurava il suo talento. Con Dirk Bogarde sullo schermo incarnò il fascino irraggiungibile, ma quando le luci si spensero, il dialogo con Visconti si interruppe bruscamente, lasciando spazio a un silenzio mai colmato.
Gli anni successivi, tra cinema e ombre personali
Nato nel 1955 nella capitale svedese, Andrésen visse un percorso segnato da momenti di eccesso e periodi di profonda malinconia. Nonostante le difficoltà, continuò a frequentare i set, apparendo, tra l’altro, in “Midsommar – Il villaggio dei dannati“, horror del 2019 firmato dal regista Ari aster.
L’eco della bellezza nella cultura pop giapponese
La delicatezza quasi androgina dei suoi lineamenti ispirò il volto di Lady Oscar,protagonista dell’omonimo manga ambientato nella Francia prerivoluzionaria. L’immagine di quel viso divenne un riferimento estetico che travalicò confini e generazioni,consolidando la fama di Björn anche in Giappone.
L’ultima apparizione sul grande schermo
Nel 2021, un documentario dal titolo “The most Gorgeous Boy in the World” riportò sotto i riflettori la sua vicenda, offrendo uno sguardo intimo sulla vita dell’uomo dietro il mito. Proprio uno dei registi dell’opera ha dato notizia della sua scomparsa, senza rivelarne la causa.











