
Introduzione
fra le pieghe del territorio lombardo, Leonardo da Vinci ha lasciato impronte che ancora oggi si possono seguire a piedi o in bici. Attraverso canali, borghi fortificati e città rinascimentali, il maestro toscano trasformò la regione in un laboratorio a cielo aperto dove arte, ingegneria e natura si fondono.
Nel cuore dei navigli un reticolo d’acqua visionario
Il viaggio inizia sulle sponde del Naviglio Grande, quasi cinquanta chilometri di corso d’acqua che dalla conca del Ticino, all’altezza di Tornavento, raggiunge la Darsena di Porta Ticinese a Milano. Questo canale, completato nel XIII secolo, fu studiato da Leonardo per ampliamenti e perfezionamenti idraulici. Già nel XV secolo, ville patrizie riempirono le rive, arricchite da decorazioni di gusto leonardesco. Oggi, pedalare accanto alle antiche chiuse consente di percepire l’audacia tecnica che rese possibile il trasporto di marmi, granaglie e persino opere d’arte destinate al vicino Castello Sforzesco.
Sul fiume adda il sentiero del genio
Lasciata Milano verso nord-est, la corrente dell’Adda accompagna il cosiddetto Sentiero di Leonardo. Il percorso parte nei pressi del Santuario della Madonna del Bosco di Imbersago e costeggia la riva fino alla romanica chiesa dei Santi Gottardo e Colombano di Arlate. Gli appunti del maestro documentano lo studio delle chiuse per assicurare la navigazione tra il Lago di Como e il capoluogo. A Imbersago ancora oggi incrocia l’acqua il celebre traghetto mosso a braccia, costruito secondo i disegni attribuiti al suo ingegno. Il tratto rientra nel Parco Adda Nord, paradiso per il birdwatching che scandisce il passo di camminatori e ciclisti.
Valichi e valli alpine nei taccuini di Leonardo
Sfogliando il Codice Atlantico emergono schizzi di Valsassina, Valtellina, Chiavenna e delle Prealpi fra Bergamo e Brescia.Nel cuore della val Brembana,ad esempio,le note di Leonardo registrano distanze tra torrenti e rilievi,segno di un’attenzione costante alla morfologia montana. Oggi si cammina verso il Rifugio San Grato sopra Vendrogno, si risale l’Alpe fino al Pian delle betulle, oppure si percorre l’anello del Monte di Muggio dal Giumello, scoprendo boschi secolari che il genio fissò su carta con linee rapidissime. Dalle Prealpi parte anche la mulattiera che porta al Passo San Marco da cui si dominano i bacini glaciali dei Laghi Gemelli; un panorama che all’epoca suggestionò lo scienziato, attratto dalle forze che modellano le rocce.
Tra le mura di Pavia nascita di idee idrauliche
Nel 1490 Leonardo raggiunse Pavia con Francesco di Giorgio Martini per assistere al cantiere della nuova cattedrale. Tornò più volte, interessandosi al Castello visconteo e alla rete dei canali che irriga la campagna circostante. Da quelle osservazioni germogliarono progetti per ottimizzare i flussi dell’Olona e del Ticino. Camminando lungo le antiche mura si possono ancora individuare le prese d’acqua che ispirarono i suoi studi sul moto dei fluidi, mentre nella piazza centrale svetta la copia del Regisole, glorioso cavallo romano che influenzò la scultura equestre ideata per Francesco Sforza.
Vigevano laboratorio di architettura ideale
Pochi chilometri più a ovest si allarga la piazza rinascimentale di Vigevano, considerata la “corte aperta” di ludovico il Moro. Qui Leonardo, nominato ingegnere ducale, affrontò il problema della bonifica dei terreni verso il Ticino. Il vasto Castello Sforzesco conserva la strada coperta e il camminamento sopraelevato che consentivano al duca spostamenti veloci e protetti; strutture che recano l’impronta dell’artista. Nella cascina quattrocentesca del Mulino di Mora Bassa un’esposizione permanente di macchine costruite dai suoi disegni offre un tuffo nei processi inventivi che rivoluzionarono l’epoca.
Mantova incontro con la corte dei Gonzaga
L’itinerario lombardo termina a Mantova, dove nel 1499 Isabella d’Este invitò Leonardo a ritrarla. Sebbene il dipinto non venisse mai completato, il passaggio dell’artista arricchì la città gonzaghesca di osservazioni preziose. I tre laghi artificiali che abbracciano il centro storico disegnano un profilo pittoresco che si può percorrere in bicicletta lungo le rive. All’interno del Palazzo Ducale la Camera degli Sposi affrescata da Andrea Mantegna dialoga idealmente con l’estetica leonardiana,mentre il vicino Palazzo Te racconta le ambizioni culturali dei Gonzaga,contesto ideale per la mente del toscano.
Nell’insieme, i sentieri che uniscono Milano, l’Adda, le valli alpine, pavia, vigevano e mantova compongono una rete ciclabile e pedonale densa di suggestioni in cui ogni sosta restituisce la forza creativa di Leonardo.











