
Un villaggio che respira letteratura
Il borgo murato di Óbidos, sospeso sulle colline a circa 80 km dalla Capitale Lisbona, si presenta come un “villaggio letterario”. Tra le stradine lastricate,le case imbiancate e i profumi della Ginja servita nei tipici bicchierini di cioccolato,ogni angolo ricorda che la parola scritta è la vera protagonista di questo scorcio di Portogallo.
Una presenza già annunciata, ora ancora più attesa
domenica 19 ottobre, giornata conclusiva di Fólio – Festival letterario internazionale di Óbidos, arriverà lo scrittore ungherese László Krasznahorkai, fresco vincitore del Premio nobel per la Letteratura. L’appuntamento con l’autore di “Satantango” era in programma da mesi, tuttavia il recente riconoscimento conferisce all’incontro un’aura diversa: l’occasione diventa imperdibile per chiunque desideri ascoltare dal vivo la voce di uno dei maggiori narratori contemporanei.
Un dialogo sulla fine
Il confronto, guidato dalla critica Isabel Lucas, ruota intorno al tema della morte. Accanto allo scrittore ungherese siederanno l’americana Lionel shriver, conosciuta per “E ora parliamo di Kevin”, romanzo che pone al centro le stragi scolastiche negli stati Uniti, e il portoghese Rui Cardoso martins, autore di due opere dedicate al misterioso numero elevato di suicidi nell’Alentejo. Le tre voci, per provenienza e sensibilità, promettono un dibattito capace di esplorare la fine come esperienza individuale e collettiva, letteraria e reale.
Una passerella di firme premiate con il Nobel
L’edizione di quest’anno ha già visto sfilare nomi di primo piano. L’11 ottobre è stata la volta della bielorussa Svetlana Alexievich (Nobel 2015), mentre venerdì sera si è accomodato sul palco il sudafricano J.M. Coetzee (Nobel 2003). Domenica, con Krasznahorkai, il festival chiuderà un cerchio di incontri che hanno reso Óbidos crocevia di riflessioni, letture e confronti all’insegna dell’eccellenza letteraria.











