
Il potere e la tentazione di riscrivere i fatti
Il palco del Prix italia accoglie Jeremy Bowen, storico corrispondente di guerra della Bbc, che dipinge un presente nel quale la libertà di stampa vacilla sotto la pressione di governi e figure influenti. L’inviato osserva che ai vertici del potere «piace trovare modi per evitare verità scomode». La strategia più efficace, sottolinea, coincide con l’etichettare le notizie indesiderate come false. Così nasce la stagione della post-verità, dove ognuno può scegliere la “realtà” che preferisce e farla passare come autentica.
Social network e distorsione del dibattito pubblico
Secondo il reporter, il conflitto tra stampa e istituzioni si aggrava a causa dell’uso disinvolto dei social. in Rete, la velocità di propagazione delle menzogne supera ogni tentativo di rettifica, mentre i leader sfruttano l’eco digitale per diffondere fake news calibrate sui propri interessi.
Il monito inciso a londra e l’erosione delle libertà
Bowen richiama l’iscrizione incisa sotto la statua di George Orwell a Londra: «Se la libertà significa qualcosa, significa il diritto di dire alle persone ciò che non vogliono sentire». Sulla scorta di questa massima, il giornalista constata che «le nostre libertà sono minacciate», poiché l’occultamento o la manipolazione dei fatti non è un fenomeno moderno, ma oggi dispone di strumenti tecnologici senza precedenti.
Dalle trincee di Ucraina e Gaza alle contraddizioni del potere
Trent’anni trascorsi lungo le linee del fronte – Ucraina, Gaza, Iraq degli anni Novanta – permettono a Bowen di raccontare come il racconto ufficiale venga spesso modellato per giustificare decisioni politiche. Il prezzo più alto, rammenta, è pagato dai cronisti locali in Medio Oriente, la cui voce risulta indispensabile per comprendere cosa accade davvero oltre le conferenze stampa.
L’antidoto: domande puntuali e lavoro sul campo
«È più importante che mai mettere in discussione le parole dei leader», insiste Bowen. Non basta segnalare che certe affermazioni appaiono prive di senso: occorre spiegare perché, studiando motivazioni e conseguenze nella realtà. Se un capo mente, va detto chiaramente. La ricetta rimane quella del giornalismo sul terreno, con occhi e orecchie che osservano in prima persona.
Occhi sul posto e tecniche di intelligence open source
Il reporter riconosce il valore delle moderne analisi open-source, ma ribadisce che per una testata internazionale «non c’è nulla di paragonabile alla presenza fisica». Interviste dirette,verifica dei dettagli sul posto e confronto con testimonianze locali consentono di attraversare la nebbia dei “fatti alternativi” e di avvicinarsi alla versione più affidabile della verità.











