
La mostra dossier nella Sala 14
Dal 18 ottobre fino all’11 gennaio, la sala 14 della Galleria Nazionale, all’interno del Complesso monumentale della Pilotta di Parma, accoglie una piccola ma preziosa esposizione che mette a confronto due dipinti solitamente custoditi nei depositi.L’allestimento nasce per offrire un’occasione di studio ravvicinato e di stimolo al dibattito attributivo, riportando sotto i riflettori opere raramente visibili al pubblico.
Due dipinti, una disputa lunga cinque secoli
Il nucleo della rassegna ruota attorno al Ritratto di uomo con berretto rosso e al San Giovanni Battista. L’identità dell’autore del primo dipinto oscilla da tempo tra Francesco Mazzola, noto come Parmigianino, e Michelangelo Anselmi. La maggioranza della critica,invece,attribuisce con sicurezza ad Anselmi il frammento murale che raffigura il santo precursore.
Il mistero del Ritratto di uomo con berretto rosso
Entrato in Galleria nel 1851, il ritratto proviene dalla collezione Dalla Rosa Prati, dove era schedato come opera del Parmigianino.Nel corso del Novecento si è addirittura ipotizzato che l’immagine potesse essere un autoritratto del maestro, ritratto nei suoi ultimi anni di vita, segnati da un aspetto piuttosto dimesso. Negli ultimi decenni numerosi studi hanno però spostato l’ago della bilancia verso anselmi, grazie soprattutto all’analisi del disegno presente sul verso della tavola, esposto accanto ai due dipinti per guidare lo spettatore nella comparazione stilistica.
San Giovanni Battista, un frammento senza patria certa
Il San Giovanni Battista compare per la prima volta nei documenti nel 1928, all’interno del convento dei Cappuccini di Parma. Resta sconosciuto il luogo d’origine del lacerto murale, ma le caratteristiche formali rivelano l’elegante mano di Anselmi, attivo negli anni Quaranta del Cinquecento anche nella chiesa di Santa Maria della Steccata, dove riprese i lavori lasciati in sospeso dal Parmigianino.
Una scuola parmense in piena fioritura
Il dialogo fra queste tele diventa così la lente attraverso cui osservare la straordinaria vitalità della pittura locale del XVI secolo, momento in cui la raffinatezza grafica del Parmigianino si flette nella sensibilità e nel cromatismo più caldo di Anselmi. «Compito di un museo – afferma il direttore Stefano L’Occaso – è favorire la ricerca, suscitare curiosità e dare nuova vita alle opere custodite nei depositi». In questa prospettiva,l’incontro tra l’uomo con berretto rosso e il San Giovanni Battista offre al visitatore l’occasione di immergersi nei segreti di bottega,cogliendo le sottili convergenze e le differenze che animavano la scena artistica di Parma nel pieno Rinascimento.











