
Ingredienti indispensabili
Il cuore di questa preparazione è un frutto intramontabile, la mela. Servono circa due chilogrammi, equivalenti a otto esemplari piuttosto grandi. Accanto a loro entrano in gioco 150 grammi di soffice burro, la stessa quantità di zucchero, tre uova freschissime, sette cucchiai di farina, una bustina di lievito per dolci, un tocco di vaniglia e la profumata scorza di limone.
La lenta cottura delle mele
Le mele, dopo essere state pelate e ridotte in piccoli cubi, finiscono in un tegame insieme a burro, zucchero, vaniglia e scorza di limone. Il fuoco moderato, accompagnato dal coperchio, permette alla frutta di sciogliersi lentamente fino a trasformarsi in una crema naturale, vellutata e profumata. L’attesa è fondamentale: solo la pazienza consente ai cubetti di diventare una base morbida e burrosa. Quando l’aroma invadente riempie la cucina e i pezzi appaiono quasi disfatti, il tegame può essere tolto dal fornello e lasciato intiepidire.
Dal tegame alla tortiera
Quando la polpa è appena tiepida, si incorporano le uova, la farina setacciata, il lievito e un pizzico di sale. Non occorrono fruste elettriche né planetarie: un semplice cucchiaio di legno basta a unire tutti gli elementi in un impasto uniforme. Il composto, già cremoso, viene versato in una tortiera imburrata e infarinata. Il forno, preriscaldato a 180 °C, accoglie la preparazione per circa quarantacinque minuti.Lo stecchino, infilato al centro, dovrà uscire asciutto per certificare la giusta cottura.
Il profumo che avvolge la casa
Durante il passaggio in forno,il dolce sprigiona un aroma che ricorda i pomeriggi di pioggia e le cucine di campagna. Una volta sfornata, la torta riposa qualche minuto, poi si lascia tagliare mostrando un interno sorprendentemente cremoso, tanto da sembrare farcito con crema pasticcera.In realtà, il segreto resta tutto nelle mele che, grazie alla lenta cottura, hanno cambiato consistenza fino a diventare una soffice farcitura naturale.
Momenti di dolcezza
questa torta, servita ancora tiepida, accompagna egregiamente una tazza di tè o una tisana nelle giornate più fresche. A colazione si abbina a un cappuccino, mentre a fine cena può trasformarsi in dessert raffinato se affiancata da una pallina di gelato alla vaniglia o da un ciuffo di panna montata. Il primo morso, morbido e aromatico, fa capire perché la versione di benedetta Parodi sia già diventata un classico dell’autunno italiano.











