
Il ritmo pacato di Capri centro e Anacapri
Quando l’estate lascia il posto all’autunno, Capri smette di vivere di corse e di valigie a rotelle. Le moto d’acqua spariscono dall’orizzonte e l’approdo delle barche veloci da Napoli e Sorrento porta a terra soprattutto volti curiosi, desiderosi di scoprire un’isola diversa.Le vetrine dei marchi di lusso chiudono i battenti, mentre le botteghe di ceramiche, sandali artigianali e profumi restano aperte. In piazza Umberto I i residenti tornano a occupare i tavolini, giocano a carte, sfogliano il giornale e salutano chi arriva con un cenno. Nel borgo di Anacapri il mosto si mescola al profumo del legno che arde nei camini, ricordando che questa terra è anche campagna: nei laboratori si distillano liquori al limone e si preparano essenze per il piacere di farlo bene, non per venderle in fretta ai turisti.
Sentieri di pietra e profumo di lentisco
L’autunno è la stagione ideale per esplorare il volto più fisico dell’isola. Il Sentiero dei Fortini Borbonici collega il Faro di Punta Carena alla Grotta Azzurra lungo circa sei chilometri di muretti a secco e antiche torri costiere; in estate il caldo rende quasi impossibile affrontarlo, a ottobre la luce diventa soffusa e il lentisco rilascia di nuovo il suo odore fresco, mentre l’acqua sotto la scogliera varia tonalità a ogni curva. Un’altra passeggiata emozionante conduce alla Villa Jovis, residenza dell’imperatore Tiberio sospesa sul vuoto. Pagando pochi euro si entra tra i resti romani e si abbraccia con lo sguardo l’intero golfo di Napoli; nelle giornate terse si distinguono Ischia e la penisola sorrentina. Chi ha tempo prosegue fino alla località di capo, zona schiva e autentica dove il silenzio domina.
Giardini, chiostri e terrazze sospese
L’autunno restituisce quiete anche ai luoghi più celebri. Ai Giardini di Augusto il biglietto costa poco più di un euro e permette di osservare il mare in un silenzio quasi irreale, interrotto soltanto dal fruscio del vento tra le foglie. poco distante, la Certosa di San Giacomo, fondata nel XIV secolo, riapre le sale a mostre e concerti senza la calca estiva; nei cortili l’odore di pietra umida si mescola al gelsomino. Sull’altopiano di Anacapri, la Villa San Michele dello scrittore Axel Munthe torna ad assomigliare a una dimora privata: il vento muove i cipressi e la vista corre fino a Napoli,mentre piccole esposizioni e recital autunnali animano le stanze,il calendario è pubblicato dalla fondazione.
Un mare che sorprende ancora
Ottobre regala un’acqua tiepida e quasi deserta. Le spiagge di Marina Piccola si svuotano, le barche che in agosto si accalcavano intorno ai Faraglioni diventano poche. È il momento perfetto per salire su un gozzo di un pescatore al molo di Marina Grande: in due ore si costeggiano tutte le grotte e si scoprono i versanti che la folla estiva nasconde. La Grotta Azzurra rimane accessibile finché il mare resta calmo; se l’ingresso chiude, la meno nota Grotta Verde, verso punta Carena, regala riflessi smeraldo che al pomeriggio sembrano provenire da un altro pianeta.
Tramonti oltre Punta Carena
La luce radente di fine giornata trova il suo palcoscenico sulla costa occidentale. Il faro di Punta Carena, innalzato nel 1866, si raggiunge da Anacapri con un breve tragitto in autobus. Verso le cinque del pomeriggio il sole scende dietro Ischia, la roccia assume sfumature rosse e rame, e la battigia si popola soltanto di pochi spettatori pazienti.Chi rimane fino al buio comprende che cosa resta di Capri quando l’estate si è dissolta: pietra, mare e luce, sostanza viva dell’isola.











