
Cos’è il bonus fondo pensione per i neonati
Una misura battezzata “baby pensioni” sta prendendo piede nei corridoi di Palazzo Chigi. L’idea prevede un contributo iniziale di 500 euro per ogni bambino a cui i genitori attivano sin dalla nascita un piano di previdenza complementare. In questo modo si punta a promuovere contemporaneamente la natalità e l’avvio precoce dell’accantonamento pensionistico.
Il precedente di Trentino Alto Adige
Il modello che ispira la proposta nazionale nasce in Trentino Alto Adige, dove la Provincia Autonoma di Trento versa 300 euro una tantum al momento della nascita, dell’adozione oppure dell’affidamento. L’importo viene riconosciuto soltanto se il minore risulta iscritto a un fondo pensionistico. Nei quattro anni successivi il territorio montano aggiunge 200 euro ogni dodici mesi, a patto che la famiglia continui a versare almeno 100 euro all’anno sullo stesso strumento.
Meccanismo degli incentivi pluriennali
Il sistema incentiva la costanza dei versamenti, elemento cruciale per sfruttare l’interesse composto lungo un orizzonte che supera i sessant’anni. Un capitale costruito gradualmente dalla nascita può crescere sfruttando i mercati finanziari per tutta la vita lavorativa. Al momento,il Governo Meloni e la maggioranza di centrodestra analizzano come replicare e ampliare questo metodo su scala nazionale,valutando la copertura economica necessaria.
Gli obiettivi demografici e previdenziali
La misura propone di affrontare contemporaneamente due emergenze: l’inverno demografico che interessa l’intera Italia e l’insostenibilità del sistema pensionistico a ripartizione. Incentivare i genitori a mettere al mondo figli, garantendo loro fin da subito un piccolo tesoretto previdenziale, rappresenta un segnale politico che mira a rassicurare le giovani coppie e a diffondere la cultura del risparmio a lungo termine.












