
Gli esordi tra successo e tormento
A Stoccolma, nel 1955, nasce Björn andrésen, il ragazzo che a 15 anni conquista il grande schermo con “Morte a Venezia” di Luchino Visconti. In quella pellicola interpreta Tadzio, l’adolescente dalla bellezza quasi eterea che fa perdere la testa al personaggio di dirk Bogarde. Alla prima mondiale, il regista lo definisce “il ragazzo più bello del mondo”, frase che lo seguirà come un’ombra per tutta l’esistenza.
La lunga ombra del più bello del mondo
Quell’etichetta, raccontava l’attore, lo faceva sentire “un animale esotico in gabbia”. Con il passare degli anni, la definizione diventa un fardello che condiziona tanto la vita privata quanto la carriera professionale. Il rapporto con Visconti si interrompe immediatamente dopo l’uscita del film: i due non si parleranno più. Quattro anni fa, ricordando il passato, Andrésen confessava che se il regista fosse stato ancora vivo gli avrebbe detto di andarsene al diavolo.
Dal manga giapponese al folk horror contemporaneo
La sua bellezza androgina ispira il volto di Lady Oscar, protagonista del celebre fumetto nipponico che spopola in Giappone e nel resto del mondo. Nonostante periodi segnati da eccessi e depressione, l’interprete svedese continua a recitare: di recente il pubblico lo ha rivisto in “Midsommar – Il villaggio dei dannati” del 2019, spiazzante horror firmato da Ari aster.
Il silenzioso commiato a settant’anni
Sabato 25 ottobre, all’età di 70 anni, Björn Andrésen si spegne senza clamore. La notizia viene resa nota dal regista Kristian Petri, che nel 2021 gli aveva dedicato il documentario “The Most Lovely Boy in the World”. Le cause della scomparsa non vengono rese pubbliche.
Stoccolma piange oggi il ragazzo che, suo malgrado, divenne simbolo di un’estetica irripetibile e di un intero immaginario cinematografico.












